
Era convinto che il figlio fosse posseduto dal demonio, e per questo lo teneva legato con un guinzaglio come un animale. L’incredibile vicenda arriva da Besana Brianza, in provincia di Monza, dove un uomo di 69 anni è stato rinviato a giudizio con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. L’episodio risale al giugno del 2024, quando i carabinieri di Seregno trovarono il figlio quarantenne del pensionato in stato confusionale, accasciato nel giardino di casa in condizioni igieniche precarie.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i servizi sociali seguivano da tempo la famiglia e avevano già segnalato la situazione. Il figlio, affetto da disturbi psichiatrici, aveva interrotto le cure per volere del padre, che sosteneva di averlo affidato a un esorcista. “Sta bene, è solo posseduto dai diavoli”, avrebbe dichiarato l’uomo ai militari intervenuti, rifiutando persino di contattare il 118.
Legato in casa con corde e simboli religiosi

Durante il sopralluogo dei carabinieri, la scena che si è presentata davanti ai loro occhi è stata agghiacciante: simboli esoterici, immagini sacre, candele accese e libri spirituali sparsi per tutta la casa. In un angolo, alcune corde da alpinismo con cui, secondo le testimonianze, il padre immobilizzava il figlio mani e piedi. La moglie del pensionato ha confermato che il marito lo teneva spesso legato anche per lavarlo, sostenendo di volerlo solo “proteggere da sé stesso”.
L’uomo, finora incensurato, è stato arrestato e successivamente rimesso in libertà in attesa del processo, che si terrà nell’aprile 2026 al Tribunale di Monza. Gli inquirenti contestano la violenza psicologica e fisica esercitata sul figlio, un comportamento aggravato dal rifiuto delle cure mediche e dalla scelta di affidarsi a pratiche esoteriche prive di qualsiasi fondamento scientifico.
Un caso che scuote e interroga
Un caso che riaccende il dibattito sulla fragilità delle persone affette da disturbi psichiatrici e sulla necessità di un controllo più attento da parte delle istituzioni, affinché nessuno venga abbandonato all’ignoranza e alla superstizione di chi, in nome di una falsa fede, finisce per trasformare l’amore in prigionia.


