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Papa Leone, attacco durissimo a Trump sui diritti dei migranti clandestini, è scontro

Pubblicato: 05/11/2025 10:26

Fuori da Villa Barberini, a Castel Gandolfo, Papa Leone XIV ha incontrato i giornalisti al termine della giornata, affrontando i principali temi di attualità internazionale: dal dialogo tra Stati Uniti e Venezuela, alla pace in Medio Oriente, fino alla tutela dei diritti spirituali dei migranti e alla sicurezza sul lavoro. Il Pontefice è uscito dal cancello intorno alle 20.30, ha salutato la gente per strada e si è fermato per un breve colloquio con i cronisti.

Il Papa ha esordito ricordando la festa delle Forze Armate italiane: «Auguri! Un Paese ha il diritto di avere i militari per difendere la pace, per costruire la pace». Un concetto che ha collegato subito ai conflitti e alle tensioni che agitano il mondo.

Le sue parole si sono poi concentrate sulla crescente tensione al largo del Venezuela, dove la lotta al narcotraffico e la presenza dei marines statunitensi nei Caraibi stanno alimentando un clima di “guerra fredda”. «Penso che con la violenza non vinciamo», ha detto il Papa. «Ho letto poco fa che le navi da guerra si stanno avvicinando alla costa venezuelana. La cosa giusta è cercare il dialogo, trovare un modo pacifico e giusto per risolvere i problemi».

Un accorato appello è arrivato anche per il Medio Oriente, dove la fragile tregua a Gaza è nuovamente minacciata dai bombardamenti israeliani e dagli scontri in Cisgiordania. «La tregua è molto fragile», ha riconosciuto Leone XIV, ricordando che la prima fase dell’accordo di pace del 10 ottobre «ancora va avanti». Tuttavia, ha aggiunto, «ora bisogna vedere come passare alla seconda fase, garantendo i diritti di tutti i popoli».

«Il tema dei coloni in Cisgiordania è complesso – ha spiegato il Papa – Israele a volte dice una cosa e poi ne fa un’altra. Dobbiamo lavorare insieme per la giustizia e la pace». Parole che confermano la linea del dialogo e dell’equilibrio che Leone XIV sta cercando di imprimere al suo pontificato, in continuità con la dottrina sociale della Chiesa.

A chi gli ha chiesto un commento sulla situazione dei migranti detenuti negli Stati Uniti, dopo il divieto a Chicago per i sacerdoti di amministrare la comunione, il Papa ha risposto con fermezza: «Il ruolo della Chiesa è quello di predicare il Vangelo». E citando il passo di Matteo 25, ha aggiunto: «Gesù ci chiederà come abbiamo accolto lo straniero. Bisogna rispettare anche i diritti spirituali di chi è detenuto».

Il Pontefice ha invitato le autorità americane a «consentire agli operatori pastorali di prendersi cura dei bisogni religiosi dei detenuti». Molti di loro, ha ricordato, «sono separati dalle famiglie da anni, e i loro bisogni spirituali devono essere rispettati».

Sul tema del lavoro, Leone XIV ha ribadito che si tratta di un «diritto fondamentale dell’uomo». Alla vigilia del Giubileo del Mondo del Lavoro, ha espresso preoccupazione per le morti bianche: «Bisogna lavorare tutti insieme. Il lavoro deve essere degno, sicuro e capace di sostenere la famiglia». L’obiettivo del Giubileo, ha spiegato, sarà anche «dare speranza e unire le forze per trovare soluzioni, non solo commentare i problemi».

Prima di congedarsi, il Papa ha affrontato anche il caso Rupnik, l’ex gesuita accusato di abusi: «Siamo consapevoli della sensibilità del tema. Alcune opere sono state coperte o rimosse, per rispetto delle vittime». Ha poi confermato che «è iniziato un nuovo processo» e che «la Chiesa deve rispettare i diritti di tutte le persone, ricordando il principio della presunzione di innocenza». Infine, un auspicio: «Speriamo che il processo faccia chiarezza e giustizia per tutti».

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Ultimo Aggiornamento: 05/11/2025 10:32

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