
Un gruppo di importanti fondazioni scientifiche italiane – AIOM, AIRC, Fondazione Veronesi e Fondazione AIOM – ha presentato una proposta di legge d’iniziativa popolare per aumentare di 5 euro il prezzo di ogni pacchetto di sigarette e di tutti i prodotti da fumo, compresi quelli elettronici e a tabacco riscaldato. L’obiettivo, spiegano, è duplice: ridurre il numero dei fumatori e allo stesso tempo rafforzare le risorse del Servizio sanitario nazionale. Le fondazioni sottolineano che la misura avrebbe un effetto concreto sul comportamento dei consumatori e aiuterebbe a coprire i costi legati alle malattie provocate dal tabacco.
La proposta è stata presentata durante un incontro al Senato, alla vigilia del congresso nazionale degli oncologi italiani. La campagna mira a raccogliere almeno 50mila firme entro la primavera, per poi portare il testo in Parlamento. “Il tabagismo è ancora oggi una delle principali cause di cancro e di malattie croniche – spiegano i promotori – e l’aumento dei prezzi è la strategia più efficace per ridurre il numero dei fumatori”. Secondo le loro stime, una maggiorazione di 5 euro a pacchetto potrebbe far calare del 37% il consumo complessivo.

L’impatto economico del fumo e le esperienze europee
Il fumo, ricordano le fondazioni, costa all’Italia circa 24 miliardi di euro all’anno, tra spese sanitarie dirette e perdite di produttività. Ogni anno provoca circa 93mila decessi e decine di migliaia di ricoveri per patologie cardiovascolari e oncologiche. Solo i tumori al polmone, alla gola e al pancreas assorbono risorse enormi del sistema sanitario. “Ogni euro speso per la prevenzione – sottolineano gli esperti – è un risparmio in cure future”.
In altri Paesi europei, come Francia e Irlanda, politiche simili hanno già dato risultati: il prezzo medio di un pacchetto supera i 10 euro e il numero dei fumatori è diminuito sensibilmente. “L’Italia è in ritardo – aggiunge Maria Sofia Cattaruzza, docente di Sanità Pubblica – ma può ancora invertire la rotta con una misura coraggiosa e di responsabilità collettiva”.
I promotori chiedono che la politica accolga la proposta con ampio consenso bipartisan, come avvenuto per la legge sul diritto all’oblio oncologico. “Questa non è una battaglia ideologica ma un investimento sulla salute e sul futuro dei giovani”, affermano le fondazioni. Le firme saranno raccolte in tutta Italia nei prossimi mesi, anche grazie al coinvolgimento diretto di medici e volontari.


