
Un nuovo episodio di violenza ha scosso il sistema ferroviario lombardo, confermando una tendenza ormai allarmante: le aggressioni ai danni del personale di bordo continuano a crescere. Questa volta la vittima è un capotreno del Regionale 2178, partito da Bozzolo (Mantova) e diretto a Milano Centrale, che lo scorso 22 settembre è stato brutalmente aggredito da un passeggero durante un normale controllo dei biglietti.
L’uomo, un 52enne italiano residente a Codogno, viaggiava senza titolo di viaggio. Quando il controllore gli ha chiesto di mostrare i documenti per la sanzione, il passeggero ha reagito con rabbia, rifiutandosi di collaborare e insultando il capotreno. L’intervento di un carabiniere fuori servizio presente sul treno ha inizialmente evitato che la discussione degenerasse, ma la calma è durata poco.
La situazione degenera alla stazione di Codogno
All’arrivo del treno a Codogno, la tensione è esplosa: il passeggero ha colpito il controllore con un pugno e un calcio, per poi fuggire rapidamente dal convoglio prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. L’aggressione ha lasciato sotto choc i presenti e ha costretto il personale a interrompere la corsa.
Il capotreno, ferito ma cosciente, è stato soccorso dal 118 e trasferito in codice giallo all’ospedale Maggiore di Lodi. Sul posto è intervenuta anche la Polizia ferroviaria, che ha raccolto le testimonianze dei passeggeri e avviato immediatamente le indagini. Il treno è stato soppresso e i viaggiatori sono stati fatti proseguire su altri convogli.

Indagini rapide e nuovo allarme sicurezza
Nei giorni successivi, grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza e al riconoscimento diretto della vittima, l’aggressore è stato individuato e denunciato. L’episodio si aggiunge a una lunga serie di violenze che negli ultimi mesi hanno colpito i dipendenti del trasporto ferroviario, costretti sempre più spesso a lavorare in condizioni di rischio.
I sindacati tornano a chiedere maggiore sicurezza a bordo dei treni, con la presenza costante delle forze dell’ordine soprattutto sulle tratte regionali più sensibili. Una richiesta che, dopo l’ennesimo episodio di violenza, appare ormai non più rinviabile.



