
L’Europa alza le difese. Dopo settimane di allarmi e incursioni di droni nello spazio aereo di diversi Paesi, tra cui Polonia e Romania, i governi e la Nato rafforzano la sicurezza del fianco orientale. In Belgio è stato convocato un Consiglio di sicurezza nazionale straordinario, mentre Varsavia e Bucarest hanno annunciato l’entrata in funzione del nuovo sistema di sorveglianza Merops, già presentato lo scorso settembre e destinato a essere presto installato anche in Danimarca. L’obiettivo è prevenire altri episodi come quelli di settembre, quando decine di droni russi avevano oltrepassato i confini della Nato.
Un nuovo sistema contro incursioni a basso costo
Il Merops è un dispositivo compatto di difesa elettro-ottica, progettato per il rilevamento e l’intercettazione di droni ostili. Può essere montato su veicoli leggeri e sfrutta anche sistemi di intelligenza artificiale per reagire in caso di disturbi nelle comunicazioni satellitari. “È un sistema capace di puntare e neutralizzare i droni a un costo contenuto” ha spiegato il colonnello Mark McLellan, vicecapo delle operazioni del NATO Allied Land Command, sottolineando che “è molto più economico che far decollare degli F-35 e usare missili”.
Il nuovo dispositivo nasce dalla collaborazione tra Stati Uniti e Turchia e punta a offrire una risposta flessibile e rapida agli attacchi asimmetrici, in un contesto in cui la guerra in Ucraina continua a influenzare la sicurezza europea.

Droni russi, la miccia del riarmo
Il 9 settembre scorso, tra le 23 e le 24 ore, oltre 20 droni russi avevano violato lo spazio aereo polacco. L’aeronautica di Varsavia e altri Paesi dell’Alleanza avevano reagito immediatamente, abbattendone alcuni. Varsavia aveva definito l’incidente “uno dei più gravi dalla fine dell’Unione Sovietica”, chiedendo l’attivazione dell’articolo 4 del trattato atlantico, che prevede consultazioni tra gli Stati membri in caso di minaccia diretta. Solo pochi giorni dopo, episodi analoghi erano stati registrati anche in Romania, confermando le vulnerabilità della difesa aerea della regione.
L’ipotesi di una barriera difensiva sul fronte est
Le incursioni hanno acceso il dibattito sul costo delle contromisure: conviene davvero usare jet da milioni di euro contro droni che costano poche migliaia? Diversi Paesi europei propongono ora una “Eastern Flank Deterrence Line”, una linea di difesa multilivello che combini radar, missili e sistemi anti-drone come il Merops. Una strategia pensata per garantire protezione e ridurre i costi di una guerra tecnologica che, sempre più spesso, si combatte nei cieli invisibili d’Europa.


