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Femminicidio Giulia Cecchettin, la procura generale rinuncia all’appello contro Turetta

Pubblicato: 06/11/2025 15:39

La Procura generale presso la Corte d’Appello di Venezia ha deciso di rinunciare all’impugnazione contro la condanna all’ergastolo di Filippo Turetta, chiudendo così definitivamente la vicenda giudiziaria. La notizia è stata appresa dall’Ansa tramite i legali della famiglia di Giulia Cecchettin.

Gli avvocati Nicodemo Gentile, Piero Coluccio e Stefano Tigani hanno ricevuto la comunicazione ufficiale della decisione. Con questa scelta, la sentenza di primo grado diventa definitiva e il caso Turetta si conclude anche sul piano processuale.

Filippo Turetta è reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023 a Fossò (Venezia). I due giovani, all’epoca dei fatti, avevano 22 anni e la loro vicenda aveva sconvolto l’opinione pubblica italiana, divenendo simbolo della violenza di genere.

La rinuncia della Procura generale arriva dopo quella dello stesso imputato, che aveva già scelto di ritirare i motivi di appello. L’udienza di secondo grado era fissata per il 14 novembre, ma non avrà più luogo a seguito di questa decisione congiunta.

«Una scelta coerente, giusta e pienamente condivisibile» – dichiarano in una nota gli avvocati della famiglia Cecchettin – sottolineando come la rinuncia all’appello renda irrevocabile la condanna e «cristallizzi l’aggravante della premeditazione, tra le più gravi e subdole previste dal nostro ordinamento».

Secondo i legali, la premeditazione assume in questo caso «un significato ancora più drammatico», trattandosi di un omicidio maturato per motivi abietti e arcaici, espressione di «una distorta idea di possesso» che nulla ha a che vedere con l’amore o il rispetto reciproco.

La famiglia di Giulia Cecchettin, spiegano ancora i suoi rappresentanti legali, ha affrontato «ogni fase del processo con dolore ma anche con straordinaria dignità». Ora, con la fine del percorso giudiziario, emerge il bisogno di voltare pagina e di chiudere un capitolo di sofferenza.

«Con la definitiva affermazione delle responsabilità di Filippo Turetta, resta un impegno essenziale – concludono i legali –: trasformare il dolore in consapevolezza, affinché la società, soprattutto i più giovani, impari a riconoscere e prevenire la violenza di genere».

La vicenda di Giulia Cecchettin rimane una ferita aperta per l’Italia, ma anche un punto di svolta nella battaglia culturale contro il femminicidio. La sua storia continua a ispirare iniziative, campagne e riflessioni sulla necessità di un profondo cambiamento sociale.

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