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“Imbarazzo e vergogna!”. Laura Boldrini supera il limite contro Giorgia Meloni: cosa succede

Pubblicato: 06/11/2025 13:43
Boldrini Meloni imbarazzo vergogna

Una giornata segnata da toni forti e contrasti netti quella vissuta da Laura Boldrini, che ha alternato la rabbia per l’arresto del generale libico Almasri alla gioia per la vittoria elettorale di Zohran Mamdani, nuovo sindaco socialista di New York. Due eventi apparentemente lontani ma uniti, nelle parole dell’ex presidente della Camera, da un filo conduttore preciso: la difesa dei diritti umani e la credibilità delle istituzioni democratiche.
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L’onorevole del Partito Democratico, oggi presidente del Comitato permanente sui diritti umani nel mondo, ha attaccato duramente l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, accusandolo di aver esposto l’Italia a una figura internazionale “pessima e imbarazzante”. Allo stesso tempo, ha celebrato la vittoria di Mamdani come simbolo di una sinistra capace di tornare tra le persone, affrontando i temi concreti della società.

Il caso Almasri e l’attacco al governo

Commentando l’arresto del generale libico Almasri, avvenuto a Tripoli dopo il suo rimpatrio con volo di Stato italiano, Boldrini ha usato parole durissime: «L’Italia registra una pessima figura sul piano internazionale. Lo stesso generale su cui pende un mandato di cattura della Corte penale internazionale, liberato e riaccompagnato in Libia dal nostro governo, oggi viene arrestato e accusato di omicidio e violazione dei diritti umani».

L’ex presidente della Camera ha poi affondato il colpo contro i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, insieme alla premier Giorgia Meloni, definiti “fautori di quell’improvvido rimpatrio”. Secondo Boldrini, «la Libia, dove i diritti umani sono spesso ignorati, supera oggi l’Italia sul piano della legalità e della giustizia».

Il passaggio più duro arriva quando la deputata dem richiama direttamente il senso di responsabilità dei membri del governo: «I ministri Nordio e Piantedosi, che di quell’improvvido rimpatrio furono fautori insieme alla premier Meloni, dovrebbero adesso provare almeno un forte imbarazzo e un briciolo di vergogna».

Boldrini ha poi criticato il trattato di cooperazione giudiziaria approvato dalla Camera tra Italia e Libia, che prevede lo scambio di quattro detenuti — due libici e due italiani — giudicandolo «l’ennesimo provvedimento di propaganda». «Per quattro persone si firma un trattato internazionale? Incredibile», ha commentato, accusando il governo di voler “andare in tv a dire che rimpatria tutti i delinquenti stranieri, salvo poi liberare un criminale internazionale del calibro di Almasri».

L’entusiasmo per Zohran Mamdani e la sinistra che vince

Poche ore prima di attaccare il governo, Laura Boldrini aveva espresso entusiasmo e ammirazione per Zohran Mamdani, nuovo sindaco di New York, giovane musulmano e socialista democratico. «Ha vinto – ha dichiarato – perché ha saputo parlare ai cittadini dei problemi reali: casa, salari, mobilità, diritti. Ha vinto con passione, entusiasmo e proposte concrete. E New York ha risposto con la stessa energia».

La deputata ha esaltato la vittoria di Mamdani come esempio per la sinistra italiana, sottolineando come «la politica progressista vince quando torna a fare la sinistra, senza timidezze e senza paura di difendere i più deboli». E ancora: «Ha vinto contro le minacce di Trump, contro i fiumi di denaro dei miliardari, contro la demonizzazione per essere giovane, musulmano e socialista. È la dimostrazione che la sinistra può vincere se è coerente con i propri valori».

Per Boldrini, l’elezione di Mamdani si aggiunge ai casi positivi di leader come Sadiq Khan, Pedro Sánchez e Jean-Luc Mélenchon, rappresentando un segnale forte per una sinistra che vuole tornare competitiva.

Due fronti, un unico messaggio politico

Tra l’indignazione per la gestione del caso Almasri e l’entusiasmo per la vittoria di Mamdani, emerge con chiarezza la cifra politica di Laura Boldrini: una visione centrata sui diritti umani, sulla legalità internazionale e sulla necessità di una sinistra autentica.

Da un lato, la deputata denuncia un’Italia che «scredita sé stessa davanti al mondo» per decisioni diplomatiche discutibili; dall’altro, esalta il modello di una politica partecipata e solidale, capace di riportare al voto milioni di persone.

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