
In un’analisi che ha acceso il dibattito politico italiano, Massimo Cacciari, filosofo e politologo, ha definito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni come “la migliore tra le destre europee”. L’intervento è avvenuto durante la trasmissione Otto e Mezzo, condotta da Lilli Gruber su La7, e ha suscitato immediato interesse per la valutazione comparativa tra i leader del continente.
Leggi anche: Massimo Cacciari, nessuno se lo aspettava alla sua età: clamoroso! A 81 anni
Secondo Cacciari, Meloni si distingue rispetto alle altre forze di destra europee, inclusa la destra tedesca, i movimenti dei Paesi ex Patto di Varsavia e figure come Marine Le Pen. “Giorgia Meloni si sforza costantemente — al di là dei suoi toni vittimistici — di riciclarsi, di ripulire ciò che si potrebbe ancora avere di lei come memoria. Tra tutte le destra europee credo che sia onestamente la migliore”, ha affermato il filosofo, sottolineando la capacità della premier di adattarsi e mantenere credibilità internazionale.
La riforma della giustizia e il referendum
Cacciari ha poi commentato il dibattito istituzionale attuale, concentrandosi sulla riforma della giustizia e sulla possibilità di un referendum che potrebbe coinvolgere l’opinione pubblica. Tuttavia, il politologo ha precisato che l’esito della consultazione popolare non condizionerà il destino del governo: “Giorgia Meloni non farà l’errore di Matteo Renzi, di personalizzare fino al punto per cui si vota per o contro di lei. Però sono un po’ trascinati in quella deriva lì”.
Pur dichiarando il proprio orientamento al no, Cacciari ha chiarito che il suo voto non nasce da una valutazione di pericolo per la democrazia italiana: “Io voterò no, ma non perché creda che se passa il sì sia la fine della democrazia italiana. Se perde il referendum, per il governo sono guai a livello di immagine”.

Una lettura politica critica ma equilibrata
L’analisi di Cacciari offre uno spaccato originale sulla leadership di Giorgia Meloni e sulla sua collocazione nel panorama europeo. La definizione della premier come figura capace di “riciclarsi” e gestire la propria immagine politica indica una visione più pragmatica rispetto ai critici che la accusano di eccessivo vittimismo o rigidità ideologica.
Il filosofo ha anche evidenziato come la gestione del referendum rappresenti una prova di comunicazione politica più che un vero e proprio giudizio sulle capacità di governo. La sfida per Meloni, secondo Cacciari, sarà evitare la personalizzazione estrema del voto, mantenendo l’attenzione sulle riforme istituzionali piuttosto che sulla propria figura.
Implicazioni per la politica italiana
La dichiarazione di Cacciari arriva in un momento in cui il governo Meloni affronta delicate trattative interne e una crescente attenzione mediatica sulle scelte legislative. La riforma della giustizia, in particolare, è al centro delle discussioni parlamentari e potrebbe influenzare l’immagine del governo anche al di fuori del contesto istituzionale.
Secondo Cacciari, l’abilità di Meloni consiste proprio nella capacità di navigare tra le critiche e le sfide politiche senza compromettere la propria leadership, distinguendosi da altri leader europei che spesso mostrano minore capacità di adattamento e resilienza.
La valutazione del filosofo, quindi, non solo promuove la figura di Meloni rispetto alla destra europea, ma offre anche un’analisi della strategia politica interna, evidenziando la delicatezza delle prossime mosse istituzionali e la necessità di evitare derive di personalizzazione del voto.
Il dibattito che ne è seguito conferma come la percezione della premier italiana sullo scenario continentale sia al centro di un confronto sia di natura politica sia culturale, con una riflessione che va oltre i confini nazionali, mettendo in luce la complessità della leadership in un contesto europeo sempre più competitivo.


