
Un episodio che rischia di trasformarsi in un caso politico a poche settimane dalla nascita della nuova giunta regionale toscana. La potente capo di gabinetto e neo assessora designata alla Cultura, Cristina Manetti, è stata fermata dalla polizia stradale mentre percorreva la corsia di emergenza sulla strada che da Prato conduce a Firenze, in territorio di Sesto Fiorentino. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, Manetti avrebbe viaggiato nella corsia riservata ai mezzi di soccorso per eludere il traffico, ma la versione della direttrice è diversa: avrebbe avvertito un malore improvviso, tale da richiedere l’intervento immediato di un’ambulanza.
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Il fermo e la multa: il racconto di Manetti
La vicenda risale al 13 ottobre scorso, un giorno di particolare rilevanza politica: Giani stava per celebrare la vittoria elettorale insieme a Elly Schlein e al vertice del Pd, consolidando un campo larghissimo in Toscana. In quel contesto, Manetti era impegnata come coordinatrice della lista Giani, che includeva membri di Italia Viva e di altri partiti. La sua presenza era cruciale: il presidente aveva già deciso di indicarla come nuova assessora alla Cultura, senza opposizione pubblica da parte di Matteo Renzi, leader di Italia Viva.
Tuttavia, come riportato anche dal Corriere della Sera, il fermo della Stradale e il conseguente sequestro della patente hanno messo in difficoltà Manetti. La dirigente, secondo quanto ha raccontato ai suoi collaboratori e come riportato nel ricorso al giudice di pace, avrebbe avuto un improvviso giramento di testa che l’avrebbe costretta a percorrere la corsia di emergenza fino allo stop della pattuglia. Successivamente è intervenuta un’ambulanza, che ha certificato le sue condizioni di salute, confermate dai controlli ospedalieri.

Il ricorso e la decisione del giudice
Manetti, 45 anni, ex portavoce di Giani e attuale capo di gabinetto, ha presentato ricorso al giudice di pace contestando la multa e la sospensione della patente. La decisione è attesa per il 27 novembre, giorno in cui verrà valutata la documentazione medica presentata a supporto del provvedimento. Il caso pone in evidenza il delicato equilibrio tra emergenza sanitaria personale e rispetto del codice della strada, aprendo interrogativi su come la legge debba bilanciare sicurezza pubblica e situazioni straordinarie.
Implicazioni politiche e polemiche
L’episodio ha inevitabilmente acceso i riflettori sulle dinamiche interne della nuova giunta toscana. Con la nomina di Manetti, designata in quota Casa Riformista, la formazione della squadra regionale appare completata senza tensioni pubbliche tra Pd e Italia Viva, ma il fermo della polizia potrebbe diventare un caso politico, soprattutto considerando il ruolo centrale della dirigente nella campagna elettorale.
Fonti vicine a Manetti sottolineano che l’episodio non influenzerà la sua nomina e che la vicenda verrà risolta attraverso la giustizia amministrativa. Tuttavia, il clamore mediatico è destinato a generare dibattito: il fermo e la multa, avvenuti pochi giorni prima della formazione della giunta, sono destinati a essere interpretati da alcuni come un episodio di tensione istituzionale, mentre altri lo leggono come un semplice caso di emergenza personale.

Tra diritti individuali e responsabilità pubblica
Il caso di Cristina Manetti mette in luce il delicato confine tra diritto individuale e responsabilità pubblica, soprattutto per chi occupa ruoli di primo piano nella politica regionale. La possibilità di ricorrere al giudice di pace e la documentazione medica presentata aprono un dibattito sulla gestione delle emergenze sanitarie in situazioni di forte responsabilità istituzionale.
In attesa della decisione del 27 novembre, la vicenda rimane sotto i riflettori: da un lato il rispetto della legge, dall’altro la comprensione di circostanze eccezionali che possono giustificare comportamenti altrimenti sanzionabili. Un episodio che, inevitabilmente, intreccia politica, diritto e cronaca, mostrando come anche piccoli imprevisti possano avere eco significativa quando si intrecciano con le dinamiche del potere.


