
Una tragedia improvvisa ha sconvolto la comunità di Città di Castello (Perugia), dove una donna di 43 anni è deceduta poche ore dopo essere stata dimessa dal pronto soccorso. La vittima, Sara Scarabicchi, era stata visitata in ospedale per forti dolori addominali, ma la situazione è precipitata subito dopo il rientro a casa. La Procura di Perugia ha aperto un’inchiesta e indagato due medici per omicidio colposo.
Il malore e il ricovero al pronto soccorso

Secondo la ricostruzione fornita dai familiari, la mattina del 3 novembre, Sara aveva accusato dolori addominali e toracici, accompagnati da vomito e diarrea. Si era così recata al pronto soccorso dell’ospedale di Città di Castello, dove le era stato assegnato un codice di urgenza differibile. Dopo circa un’ora di attesa, la donna era stata sottoposta a vari esami, tra cui analisi del sangue ed elettrocardiogramma, che non avrebbero evidenziato anomalie gravi.
La diagnosi parlava di un interessamento pericardico associato a una gastroenterite virale. I medici le avevano prescritto una terapia farmacologica, una dieta leggera e un controllo ambulatoriale. Intorno alle 13.30 era stata dimessa e aveva fatto ritorno nella sua abitazione, nel quartiere di San Pio.
Il peggioramento improvviso e la tragedia
Dopo appena due ore, la situazione è degenerata. Intorno alle 15, la donna è stata trovata priva di sensi da un familiare. Nonostante i tentativi di rianimazione e l’arrivo tempestivo del 118 e dell’eliambulanza, per lei non c’è stato nulla da fare. La morte improvvisa ha lasciato sgomenti amici e conoscenti, che sui social hanno espresso dolore e incredulità.
I familiari – assistiti dagli avvocati Roberto e Gianmarco Bianchi per la madre e il fratello, e dagli avvocati Eugenio Zaganelli e Giacomo Bacchi per l’ex compagno e il figlio di quattro anni – hanno sporto denuncia alla Procura per accertare se la morte potesse essere evitata. Nel testo della denuncia si parla di una possibile storia di malasanità, chiedendo di verificare eventuali errori o negligenze da parte del personale sanitario.
L’indagine della Procura e l’autopsia
Il pubblico ministero Gianpaolo Mocetti coordina l’inchiesta, che mira a chiarire ogni fase del percorso clinico seguito da Sara. Sono stati sequestrati la salma e gli atti medici, e disposta un’autopsia affidata alla dottoressa Donatella Fedeli, per determinare le cause esatte del decesso. I due medici indagati – una dottoressa del pronto soccorso e un cardiologo, entrambi di 32 anni – potranno nominare propri consulenti tecnici per partecipare all’esame autoptico.
I risultati dell’autopsia saranno fondamentali per capire se la diagnosi di gastroenterite virale fosse corretta o se si trattasse invece di un problema cardiaco o di altra natura che avrebbe richiesto il ricovero immediato.
Il dolore della città e la risposta delle istituzioni
La scomparsa di Sara ha profondamente colpito la popolazione di Città di Castello, dove la donna era molto conosciuta. “Oggi avrebbe compiuto 44 anni”, hanno scritto amici e conoscenti, ricordandola come una persona solare e sempre disponibile.
L’Usl Umbria 1 ha espresso in una nota “profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia”, assicurando la massima collaborazione con la magistratura e l’avvio di accertamenti interni per verificare le procedure seguite. Anche la presidente della Regione Stefania Proietti ha espresso la propria vicinanza ai familiari, garantendo “trasparenza e responsabilità in ogni fase delle indagini”.
La comunità ora attende che la giustizia faccia piena luce su una morte che, secondo i parenti, non doveva accadere.


