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“Abusato da un prete a 15 anni!”. La confessione shock del vip italiano

Pubblicato: 07/11/2025 11:06
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Un racconto toccante e di profonda introspezione emerge dalle pagine del “Corriere della Sera”, dove Diego Dalla Palma, l’iconico make-up artist e pioniere del settore bellezza italiano, ha deciso di aprire il suo cuore su aspetti estremamente privati e dolorosi della sua vita. Il truccatore, che ha recentemente festeggiato il suo settantesimo compleanno lo scorso 24 novembre, ha rilasciato una lunga intervista che spazia tra ricordi d’infanzia, orientamento sessuale e un passato segnato da dipendenze emotive.
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Le rivelazioni sull’abuso subito

Il momento più crudo e sconvolgente dell’intervista riguarda la rivelazione di essere stato vittima di abusi sessuali in età adolescenziale. Dalla Palma ha raccontato di aver subito tali violenze per un periodo di ben due anni, a partire dall’età di quindici anni, per mano di un prete.

“A casa non lo dissi, mamma mi avrebbe dato due ceffoni, per lei, i preti erano solo buoni”, ha confessato il volto noto. Questa frase sottolinea non solo il silenzio imposto dalla vergogna e dal timore del giudizio familiare, ma anche la difficoltà culturale dell’epoca (e non solo) di concepire figure religiose come potenziali carnefici. La figura materna, venerante l’autorità ecclesiastica, avrebbe rappresentato un ulteriore ostacolo alla confidenza.

Ancor più complesso e rivelatore è il modo in cui Dalla Palma stesso elaborava quegli eventi all’epoca: “Ma io stesso non la vivevo come una violenza, ma quasi come un servizio. Pensavo: sto qua, vado a scuola, qualcosa devo restituire”, ha spiegato. Questa percezione distorta, quasi di un “servizio” o un “debito” da pagare, evidenzia il trauma psicologico profondo e la manipolazione subita, tipici meccanismi che si innescano nelle vittime di abuso minorile. Il racconto si inserisce, purtroppo, nel più ampio e doloroso dibattito sugli abusi all’interno della Chiesa. La testimonianza di Dalla Palma aggiunge un tassello fondamentale al mosaico della memoria collettiva e della richiesta di giustizia.

Dalla pansessualità all’erotomania

Oltre al dramma dell’abuso, l’intervista si addentra nelle sfumature della sua vita sentimentale e sessuale. Diego Dalla Palma ha infatti parlato apertamente della sua scoperta e definizione della pansessualità. Una sensibilità emotiva e fisica che lui stesso descrive come “la predisposizione a sentire un fremito o un sentimento sia per donne sia per uomini“. Questa apertura sottolinea una visione dell’amore e dell’attrazione che travalica le rigide categorie binarie, un concetto sempre più discusso e accettato nel panorama contemporaneo delle identità sessuali.

Il racconto prosegue con un’altra confessione intensa e legata a un periodo di forte dipendenza dal sesso: l’erotomania. Dalla Palma ha rivelato di aver vissuto questa fase, definita da un’ossessiva ricerca del sesso, dai 24 ai 40 anni. Un periodo in cui il sesso non era più espressione di amore o attrazione, ma un valore primario e distruttivo nella sua vita.

“Ho messo il sesso come primo valore, sbagliando, l’ho praticato anche con più persone contemporaneamente. E coi tradimenti mordi e fuggi ho rovinato tutte le relazioni sentimentali”, ha rivelato il truccatore. Questa spirale autodistruttiva, alimentata dalla ricerca incessante di una soddisfazione effimera, ha avuto conseguenze devastanti sulle sue relazioni affettive. L’erotomania è qui descritta come una vera e propria dipendenza comportamentale che ha minato la stabilità e la profondità dei legami.

La svolta e la nuova consapevolezza

Il percorso di maturazione e di distacco da questa compulsione sessuale è stato lento e graduale, innescato da eventi di vita di grande impatto emotivo. Dalla Palma ha indicato la morte dei suoi genitori come il momento di svolta, un evento che lo ha costretto a riconsiderare l’intera architettura della sua esistenza e dei suoi valori.

“È successo lentamente, dopo la morte dei miei genitori. Ho iniziato a chiedermi a cosa mi ha portato tutto questo sesso e la risposta è: vuoti esistenziali, ricordi stinti“, ha concluso il noto professionista della bellezza.

Questa riflessione finale segna un netto cambio di prospettiva: dal sesso come valore assoluto al riconoscimento del suo fallimento nel colmare i bisogni emotivi più profondi. Il risultato di anni vissuti all’insegna dell’eccesso è un senso di vuoto e la consapevolezza di aver sacrificato la qualità delle relazioni in cambio di momenti fugaci.

La sincera testimonianza di Diego Dalla Palma al “Corriere della Sera” non è solo un atto di coraggio personale, ma offre spunti di riflessione su temi di grande rilevanza sociale, come l’abuso infantile, la complessità dell’orientamento sessuale e il percorso di guarigione dalle dipendenze emotive. Le sue parole risuonano come un monito sull’importanza di ricercare la vera completezza emotiva al di là delle pulsioni distruttive. La sua storia si trasforma così in un messaggio di resilienza e di ricerca della verità interiore.

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