
Il mondo dello spettacolo dice addio a Pauline Collins, l’indimenticabile protagonista del film Shirley Valentine, che nel 1990 le valse la candidatura all’Oscar come migliore attrice. L’artista britannica si è spenta serenamente in una casa di cura di Londra, circondata dai suoi affetti più cari, dopo una lunga battaglia contro il morbo di Parkinson.
Una perdita che lascia un vuoto profondo nel panorama del cinema e del teatro del Regno Unito, dove Collins è stata per decenni un punto di riferimento di talento, eleganza e ironia.
Una carriera luminosa e un’eredità senza tempo
In una nota ufficiale, la famiglia ha ricordato l’attrice con parole cariche d’amore: “Pauline è stata tante cose per tante persone, interpretando ruoli diversi nella sua vita. Una presenza brillante, frizzante e spiritosa sul palco e sullo schermo. […] Sarà sempre ricordata come l’iconica, volitiva, vivace e saggia Shirley Valentine, un ruolo che ha saputo fare suo”.

Il marito, l’attore John Alderton, ha espresso un commosso tributo personale: “Era una star straordinaria e l’amore di una vita”. Ha ricordato come Pauline riuscisse a far risplendere chiunque le fosse accanto, raccontando con tenerezza la loro lunga storia d’amore e di arte condivisa.
Dalle origini al successo mondiale
Nata nel 1940 a Exmouth e cresciuta nei pressi di Liverpool, Pauline Collins aveva iniziato la sua carriera come insegnante, prima di scoprire la passione per la recitazione. Il debutto arrivò nel 1957 con la serie Emergency Ward 10, seguito da Secrets of a Windmill Girl nel 1966.
Negli anni Sessanta e Settanta arrivarono la consacrazione e l’amore: sposò Alderton nel 1969 e insieme recitarono in molte produzioni, tra cui la celebre serie Upstairs, Downstairs, amatissima dal pubblico britannico.

Shirley Valentine, il ruolo che ha cambiato tutto
Il successo planetario arrivò con Shirley Valentine, prima a teatro e poi al cinema. La storia della casalinga di Liverpool che riscopre se stessa in Grecia divenne un simbolo di emancipazione femminile. Diretto da Lewis Gilbert, il film del 1989 le valse il Golden Globe, il Bafta e l’adorazione del pubblico.
Come ricordano gli esperti di cinema, quella Shirley parlava a un’intera generazione di donne in cerca di libertà e autenticità, rendendo Pauline Collins una vera icona culturale.


Una vita dedicata all’arte
Negli anni Novanta, Collins recitò in City of Joy accanto a Patrick Swayze, girato a Calcutta, che le portò fama internazionale. Seguì una lunga stagione di successi tra teatro e televisione, con ruoli in Bleak House, Dickensian e nel film Quartet del 2012, insieme a Maggie Smith e Michael Gambon.
Una carriera di oltre sessant’anni, segnata da riconoscimenti e da una passione inalterata per la recitazione, che l’ha resa una delle interpreti più amate del Regno Unito.
Il ricordo degli amici e l’ultimo saluto
Tra i tanti omaggi, quello di Russell T Davies, autore di Doctor Who, che la volle in un episodio del 2006: “È stato un vero onore averla sul set, ero in soggezione… Oh, era salata e meravigliosa, e la migliore attrice. Quanto a Shirley Valentine, racconta più cose sulla vita nel Regno Unito di quel tempo di quanto qualsiasi libro di storia potrebbe mai fare”.
La famiglia ha infine chiesto rispetto e silenzio: “Speriamo che la ricorderete al culmine della sua forza, così gioiosa e piena di energia, e che ci diate lo spazio e la privacy per riflettere su una vita senza di lei”. Un addio discreto, per una donna che ha saputo illuminare ogni scena con la sua grazia e la sua autenticità.
Pauline Collins lascia tre figli, un amore eterno e un’eredità artistica che resterà viva nel cuore di chi ama il cinema.


