
Il persistere del caos nel Mar Rosso, causato dagli attacchi delle milizie Houthi, cela un possibile e decisivo mistero russo. Nonostante le missioni navali e i bombardamenti occidentali, il blocco del traffico mercantile lungo una delle rotte commerciali più importanti del mondo rimane immutato da due anni, con Mosca che sembra avere un ruolo silente ma fondamentale nel mantenimento di questo stato di crisi.
Il caos immutato nel Mar Rosso
A differenza di altre aree del Medio Oriente che sembrano aver raggiunto una relativa stasi, come la fragile tregua a Gaza o la riduzione del potenziale di Hezbollah in Libano, lo stretto di Bab el-Mandeb rimane un punto di strozzatura critico. Gli Houthi, le milizie che controllano gran parte dello Yemen, continuano dallo stretto a lanciare missili o droni contro le navi. Bab el-Mandeb è il collegamento vitale che unisce il Mediterraneo e il Canale di Suez al Golfo di Aden e all’Oceano Indiano, rotta essenziale per il commercio globale, collegando i porti cinesi, dove si produce quasi la metà dei beni manifatturieri mondiali, ai mercati europei, inclusi quelli italiani.
Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, i transiti settimanali di navi mercantili e petroliere sono crollati da circa 80 a soli 30, e non hanno mostrato segni di ripresa, rendendo la circumnavigazione dell’Africa una rotta, seppur più lunga e costosa, preferibile. La resistenza della minaccia Houthi, nonostante gli sforzi militari ed economici occidentali, solleva interrogativi sulla fonte del loro prolungato potere. Voci insistenti, anche se non confermate, suggeriscono che gli Houthi potrebbero addirittura pretendere una tangente dalle compagnie marittime per astenersi dagli attacchi.
Il ruolo silente e decisivo della Russia
L’elemento di mistero risiede nel coinvolgimento della Russia, che starebbe attivamente aiutando gli Houthi in modo strategico. Secondo quanto riportato da Reuters, Mosca avrebbe discusso, con la mediazione dell’Iran, l’invio ai guerriglieri yemeniti di missili Yakhont a fine settembre. I missili Yakhont sono noti per essere molto efficaci contro le navi, un potenziamento significativo della capacità offensiva degli Houthi. A conferma dei legami, a fine ottobre il vicepresidente yemenita Aidarus Al-Zubaidi è stato ricevuto a Mosca al massimo livello dal governo russo.
La strategia del Cremlino e le conseguenze per l’italia
L’interesse del Cremlino nel fomentare o prolungare il caos nel Mar Rosso si articola su due obiettivi principali: destabilizzare e indebolire quanto più possibile le economie europee (Italia inclusa), aumentando i costi dei trasporti e rallentando le catene di approvvigionamento. Ma c’è anche un obiettivo geografico: rafforzare l’attrattiva della rotta artica, che si sta aprendo per via del cambiamento climatico. Questa rotta, che collega la Cina all’Europa, è sotto il controllo russo. Se la rotta del Mar Rosso resta inaffidabile, la rotta artica si propone come alternativa strategica e profittevole per Mosca. Per i porti italiani, tradizionalmente favoriti dalla vicinanza a Suez, il rafforzamento della rotta artica a discapito del Mar Rosso rappresenterebbe una significativa sconfitta strategica ed economica.


