
James Dewey Watson, celebre biologo, genetista e biochimico statunitense, è morto all’età di 97 anni. La sua scomparsa segna la fine di una vita dedicata alla scienza e alle grandi scoperte nel campo della genetica.
Watson ricevette il Premio Nobel per la Medicina nel 1962, un riconoscimento prestigioso ottenuto insieme a Francis Crick e Maurice Wilkins. Il premio fu assegnato per le loro ricerche pionieristiche sulla struttura del Dna, che hanno rivoluzionato la biologia moderna.
Il 21 febbraio 1953 rappresenta una data storica: insieme a Crick, Watson intuì il modello tridimensionale a doppia elica della molecola del Dna. Questa intuizione segnò l’inizio di una nuova era nella comprensione dei meccanismi genetici.

Per spiegare la loro scoperta, Watson e Crick costruirono un modellino utilizzando fil di ferro e cartone. Quella piccola costruzione divenne uno dei simboli più celebri della scienza del Novecento.
La rappresentazione a doppia elica non era solo un modello: mostrava in maniera chiara come i nucleotidi si legano tra loro e come l’informazione genetica possa essere trasmessa e replicata nelle cellule.
La scoperta del Dna ha avuto un impatto enorme sulla biologia, aprendo la strada a campi di ricerca come la genetica molecolare, la medicina personalizzata e le biotecnologie.

Watson continuò a lavorare e pubblicare per decenni, diventando una figura centrale nel mondo della ricerca scientifica. Le sue teorie e osservazioni hanno ispirato generazioni di scienziati in tutto il mondo.
Nonostante le controversie che talvolta hanno accompagnato la sua carriera, il contributo di Watson alla comprensione del Dna rimane ineguagliabile e fondamentale per la scienza moderna.
La morte di James Dewey Watson segna la fine di un’era: il mondo scientifico ricorderà per sempre il suo lavoro sulla doppia elica e il suo ruolo nella storia della biologia, come uno dei pionieri più influenti del Novecento.


