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Moreno Marsetti, anche l’Italia ha un sindaco musulmano. È della Lega

Pubblicato: 07/11/2025 07:54

L’eco della vittoria di Zohran Mamdani a New York, che lo ha incoronato come il primo sindaco musulmano della Grande Mela, ha attraversato l’Atlantico, suscitando reazioni diverse nel panorama politico italiano. Il successo del giovane socialista 34enne, immigrato dall’Uganda, è stato accolto dal Partito Democratico di Elly Schlein come “la politica della speranza” capace di superare la paura.

Di contro, il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha messo in luce il contrasto tra l’elezione di un “primo sindaco islamico”, per di più “socialista, pro Pal, pro gender,” e la storia di una città “ferita dagli attentati dell’11 settembre 2001.” Eppure, proprio il partito di Salvini ha già una sua storia legata all’elezione di un sindaco di fede musulmana in Italia.

Il caso italiano: Moreno Marsetti, il sindaco musulmano della Lega

Per trovare il corrispettivo italiano, è necessario tornare alle elezioni regionali del Veneto del 2020. In quell’occasione, a Malo, un piccolo comune in provincia di Vicenza con meno di quindicimila abitanti, la Lega è riuscita a portare alla vittoria Moreno Marsetti, che è diventato così il primo sindaco musulmano d’Italia. Marsetti, esponente del partito di Matteo Salvini, ottenne l’incarico con il 44,4 per cento dei voti, un risultato significativo in un territorio tradizionalmente legato al centrodestra. La sua figura è emblematica di una complessità politica e identitaria che sfida le semplificazioni.

Commentando l’elezione di Mamdani a New York, il sindaco di Malo ha espresso una posizione chiara, sottolineando come nel 2025 la religione di un amministratore pubblico non debba rappresentare un elemento di timore. “Nel 2025 non deve fare paura la religione di un sindaco, di un politico, di uno sportivo o di chiunque ricopra un ruolo pubblico,” ha dichiarato Marsetti all’Adnkronos. Per lui, la vera misura di un politico risiede in valori universali e laici: “la correttezza, il rispetto delle leggi e la loro applicazione, che deve essere uguale per tutti,” indipendentemente dal credo personale.

Marsetti, che ricopre anche il ruolo di vicepresidente vicario della provincia di Vicenza, insiste sull’importanza della legge come garante di libertà e coesione sociale, sostenendo che essa “non ha colore politico né appartenenza religiosa.” Per l’amministratore veneto, la minaccia fondamentale ai principi democratici è rappresentata dall’estremismo, sia esso di una parte o dell’altra. “L’estremismo, da una parte o dall’altra, resta il vero nemico dei valori democratici,” ha spiegato, promuovendo un approccio bilanciato e moderato alla politica e all’amministrazione.

Un leghista “doc” con il Veneto nel cuore

Nonostante la sua fede musulmana, Marsetti si definisce un “leghista doc,” uno di quelli che, ironicamente, “hanno il leone nel cuore,” aggiungendo che il leone è anche il suo segno zodiacale. La sua identità è profondamente radicata nel territorio: “mi sventola la bandiera della Regione Veneto,” afferma, esprimendo un profondo amore per la sua comunità maladense, la sua provincia e la sua Regione. Il suo affetto si estende a tutte le fedi presenti in Veneto – “cristiana, protestante, ortodossa, islamica, qualunque essa sia” – dimostrando un forte senso di inclusione e attaccamento alla sua terra.

Il primo cittadino di Malo ha condiviso la storia delle sue origini familiari: sua madre è originaria del Marocco e vive e lavora in Italia da ben 37 anni, mentre suo padre è un “vicentino e maladense doc.” È stato proprio il padre a trasmettergli i valori fondamentali che guidano la sua vita pubblica: “Mi ha insegnato il valore del rispetto, prima di tutto verso le persone e verso tutte le religioni.” Marsetti si ispira a figure politiche locali che stima, come il presidente della Regione Luca Zaia, e a uomini come Mario Conte e Roberto Ciambetti, che a suo dire sanno amministrare con “equilibrio, concretezza e amore per questa terra.” Egli ribadisce il suo amore per il Veneto, una regione che “sa accogliere, lavorare e rispettare,” sottolineando che per lui contano sopra ogni cosa “la correttezza, il rispetto delle leggi e il bene comune.”

Per Moreno Marsetti, l’essere un “sindaco musulmano della Lega non è una contraddizione,” ma al contrario, una prova tangibile che “l’amore per la propria terra e per la propria gente viene prima di tutto.” Interrogato sulla possibilità di votare per Zohran Mamdani alle elezioni comunali newyorkesi, il sindaco di Malo ha mantenuto una posizione cauta e pragmatica, rifiutando di sbilanciarsi in un sostegno basato solo sull’identità. “Sono abituato a votare guardando il programma elettorale, il curriculum e le competenze di un candidato,” ha concluso, dimostrando un approccio meritocratico e incentrato sulla sostanza amministrativa. La sua vicenda rappresenta un unicum nel panorama politico italiano, un esempio di integrazione e lealtà politica che trascende i confini della fede.

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