Vai al contenuto

Napoli, De Laurentiis durissimo sul Maradona: “È un cesso”

Pubblicato: 07/11/2025 15:57

Aurelio De Laurentiis non le manda a dire. Durante il Football Business Forum organizzato alla SDA Bocconi, il presidente del Napoli ha scagliato un durissimo attacco contro lo stato dello stadio Maradona e la gestione del calcio italiano. “Lo stadio Maradona è un cesso“, ha dichiarato senza esitazioni, denunciando la mancanza di strutture moderne e il divario con i grandi club europei.

Incassi, un nodo dolente

De Laurentiis ha messo a confronto i ricavi del Napoli con quelli dei top club europei. “Anche il PSG gioca in uno stadio non di sua proprietà. Ma pagando la stessa cifra che il Napoli paga al Comune di Napoli, loro hanno uno stadio che fattura 100 milioni l’anno. Io in quel cesso di stadio al massimo 3 milioni. E poi dovrei comprare calciatori da 50-60 milioni per competere con loro?”, ha sbottato.

Il patron azzurro ha ricordato anche i problemi strutturali nati con i lavori di Italia ‘90: “Hanno fatto un disastro totale, hanno solo rubato soldi. E io non c’ero. Ora dovrei rinnovare il mio stadio mentre gioco, con un impatto economico enorme?”.

Strutture e parcheggi, mafia e camorra

Il Presidente ha poi spostato il discorso sulle necessità di attrarre i tifosi e sull’assenza di una visione moderna nelle istituzioni. “Voglio uno stadio con tanti parcheggi. Chi dice che si viene con i mezzi dice balle! La gente vuole venire con la propria macchina, e ritrovarla pulita e sicura a fine partita. E dobbiamo avere questo stadio dentro la città“, ha insistito.

Non sono mancate stoccate alla politica: “La politica non sa nulla di calcio e ignora i lidi verso dove il calcio sta andando”. E ha aggiunto, citando un dialogo con Roberto Saviano: “Ndrangheta, mafia e camorra vogliono appropriarsi dei club“.

L’attacco a Ceferin e Infantino

Nella parte finale del suo intervento, De Laurentiis ha lanciato un avvertimento ai vertici del calcio internazionale, chiamando in causa Gianni Infantino e Aleksander Ceferin. “Dobbiamo stare attenti a ridurre il valore dei campionati nazionali. Cosa facciamo a fare nuovi stadi se poi le altre squadre italiane non ci sono? Allora facciamo solo un campionato europeo e cambiamo le regole del gioco”, ha concluso con tono polemico.

Un intervento destinato a far discutere, che riaccende il tema del degrado degli impianti sportivi italiani e del futuro del calcio nazionale nell’era delle grandi competizioni internazionali.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure