
La sicurezza continua a rappresentare un tema centrale nel dibattito pubblico italiano, influenzando non solo la cronaca ma anche la percezione della qualità della vita. La nuova ricerca Changes Unipol, realizzata da Ipsos su un campione nazionale rappresentativo, offre uno sguardo aggiornato e articolato sul modo in cui gli italiani percepiscono la sicurezza nei luoghi della vita quotidiana.
Secondo i dati, la maggioranza degli italiani mostra un atteggiamento pragmatico e complessivamente fiducioso, soprattutto nei contesti di prossimità come il proprio quartiere di residenza, che risulta lo spazio in cui ci si sente più protetti.
Di giorno prevale fiducia nei luoghi di vita quotidiana
Il dato più netto riguarda la fascia diurna: l’84% degli italiani dichiara di sentirsi al sicuro nel proprio quartiere durante il giorno, con percentuali stabili e omogenee tra le generazioni. Anche nella lettura dettagliata del report, emerge come la percezione di sicurezza diurna sia alta in tutte le fasce d’età, segno di una buona tenuta del tessuto sociale e della fiducia nell’ambiente di prossimità.
La Gen Z conferma il dato con l’87%, segno di una generazione che, pur attenta al tema sicurezza, mantiene una percezione positiva della vivibilità urbana.

La notte genera più attenzione, ma la fiducia resta
Durante le ore notturne la percezione cambia, ma non si traduce in un allarme diffuso. Quattro italiani su dieci dichiarano di sentirsi meno sicuri di notte, ma la maggioranza continua comunque a considerare il proprio quartiere sotto controllo. I Millennials risultano i più tranquilli in questa fascia oraria, seguiti dai Baby Boomers.
Questo approccio indica una consapevolezza più che una paura, con una popolazione che riconosce i contesti e i momenti in cui prestare maggiore attenzione, senza mettere in discussione la vivibilità complessiva del territorio.
I luoghi pubblici: attenzione più alta, ma fiducia nel centro città
Nei luoghi pubblici più esposti — come parcheggi isolati, fermate dei mezzi e aree periferiche — la percezione di rischio sale oltre il 70% tra chi li frequenta, soprattutto nelle ore serali. Tuttavia, il centro città è percepito come lo spazio più protetto, con il 64% degli italiani che lo considera un luogo comunque frequentabile senza timori eccessivi.
Anche i parchi e i giardini, pur indicati come luoghi da vivere con maggiore prudenza nelle ore serali, restano spazi riconosciuti e utilizzati, a conferma di una volontà di presidio sociale e non di rinuncia.
Microcriminalità: percezione stabile e fiducia nelle risposte
Sul fronte della microcriminalità, un italiano su due ritiene che il fenomeno sia aumentato negli ultimi anni, ma il 41% lo percepisce stabile, segno di una lettura meno emergenziale rispetto al passato. Solo 1 su 10 parla di una diminuzione, ma il dato centrale resta la tenuta della percezione nel tempo.
Anche rispetto all’azione delle istituzioni, il 49% riconosce un ruolo efficace alle forze dell’ordine nella prevenzione dei reati, con un giudizio che si mantiene equilibrato anche tra le diverse fasce generazionali. Questo elemento contribuisce al clima di fiducia, soprattutto nei contesti locali.

Baby gang: fenomeno percepito, ma non allarmistico sul piano personale
Il report Unipol evidenzia che l’87% degli italiani considera preoccupante il fenomeno delle baby gang a livello nazionale, ma più di 1 italiano su 2 (54%) afferma di sentirsi comunque sicuro nel proprio quartiere. La distanza tra la dimensione nazionale e quella locale conferma che la paura è più legata alla narrazione generale che all’esperienza diretta.
Anche tra i giovani, la consapevolezza è alta: la Gen Z è attenta al rischio di contatto indiretto, pur mantenendo una percezione di sicurezza personale in linea con la media nazionale.
Media e sicurezza: interesse alto, ma fiducia nel giudizio personale
Il report rileva che 6 italiani su 10 seguono programmi o contenuti legati alla cronaca e al crime, ma solo una parte considera questi contenuti realmente influenti sulla percezione personale della sicurezza. Quasi la metà ritiene che i media possano contribuire ad amplificare il senso di insicurezza, ma allo stesso tempo una quota consistente di cittadini continua a considerare questi contenuti come semplici strumenti informativi.
Anche in questo caso emerge una cittadinanza consapevole, capace di riconoscere le dinamiche mediatiche senza rinunciare a un giudizio autonomo sulla propria esperienza di vita quotidiana.
Un’Italia “vigile” ma non impaurita: la fotografia dell’indagine Unipol
In conclusione, i dati diffusi da Unipol fotografano un’Italia vigile ma non impaurita, attenta al tema della sicurezza ma capace di mantenere fiducia nei contesti di prossimità, nelle relazioni di quartiere e nel presidio istituzionale del territorio. Una percezione che, pur segnalando aree di attenzione, restituisce un quadro di cohesione sociale e consapevolezza civica più solido di quanto emerga dal dibattito pubblico.


