
Nel dibattito culturale e politico che attraversa l’Italia, si accende una nuova polemica che coinvolge il mondo della lirica, la città di Verona e il candidato governatore alla Regione Veneto, Marco Rizzo. Con un post pubblicato su X (ex Twitter), il leader politico ha duramente criticato la decisione di escludere ancora una volta il celebre baritono russo Ildar Abdrazakov dai cartelloni degli spettacoli già programmati. Un gesto che, secondo Rizzo, rappresenta “una vergogna” e l’ennesimo segnale di una “russofobia dilagante” che nulla avrebbe a che vedere con la cultura e con l’arte.
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Le parole di Marco Rizzo
“Verona non può essere il fronte della russofobia”, scrive Marco Rizzo nel suo post, rivendicando la necessità di difendere la libertà artistica da condizionamenti politici e ideologici. Il candidato alla presidenza del Veneto ha puntato il dito contro le istituzioni culturali che, a suo dire, si piegherebbero a logiche di censura nei confronti di artisti provenienti dalla Russia, solo per la loro nazionalità.
Le sue parole arrivano dopo la notizia della cancellazione di Abdrazakov dai cartelloni di un importante evento lirico in programma a Verona, città simbolo della tradizione operistica italiana. L’artista, uno dei più noti baritoni al mondo, era atteso da tempo dal pubblico ma, secondo quanto riportato, la sua presenza sarebbe stata esclusa in seguito a pressioni legate al contesto geopolitico internazionale.

La polemica culturale e politica
Il caso di Ildar Abdrazakov non è isolato: dall’inizio della guerra in Ucraina, diversi artisti russi si sono visti cancellare concerti, mostre o collaborazioni a causa del clima di tensione internazionale. Tuttavia, per Rizzo, questa linea rappresenta un pericoloso precedente. “Non possiamo punire gli artisti per la loro nazionalità – ha spiegato in una successiva dichiarazione – la cultura deve unire, non dividere”.
Il messaggio di Rizzo si inserisce in una più ampia riflessione sul ruolo dell’arte come spazio neutrale rispetto ai conflitti politici. La sua posizione ha suscitato reazioni contrastanti: da un lato, chi condivide l’idea che la musica e il teatro debbano restare luoghi di libertà e dialogo; dall’altro, chi ritiene inopportuno ospitare artisti che non abbiano preso chiaramente le distanze dal governo russo.
VERONA NON PUÒ ESSERE IL FRONTE DELLA RUSSOFOBIA.
— Marco Rizzo (@MarcoRizzoDSP) November 7, 2025
MARCO RIZZO Candidato PRESIDENTE REGIONE VENETO,
Abdrazakov, baritono russo, viene nuovamente cancellato dai cartelloni programmati da tempo. Una vergogna. pic.twitter.com/VHbx69QRTL
Verona al centro del dibattito
La città di Verona, nota per l’Arena e per la sua tradizione lirica, si ritrova così al centro di un dibattito che va oltre i confini regionali. Le istituzioni culturali locali non hanno rilasciato commenti ufficiali, ma la decisione di cancellare il nome di Abdrazakov dai cartelloni ha scatenato una discussione che tocca temi sensibili come la libertà di espressione, il ruolo della politica nella cultura e la gestione dei rapporti internazionali.
Per molti osservatori, il caso potrebbe rappresentare un precedente pericoloso se diventasse la norma escludere artisti in base alla provenienza. Verona, città simbolo del melodramma italiano, si trova ora in una posizione delicata, chiamata a bilanciare il rispetto della sensibilità pubblica con la tutela della libertà artistica.
L’intervento nel contesto della campagna elettorale
L’intervento di Marco Rizzo arriva anche in un momento strategico, a ridosso della campagna per le elezioni regionali del Veneto. Il suo messaggio non si limita alla difesa di Abdrazakov, ma assume un valore politico più ampio: quello di denunciare, secondo la sua visione, un clima culturale segnato da intolleranza e ipocrisia.
Il candidato, noto per le sue posizioni antiglobaliste e per la critica alla politica estera occidentale, utilizza l’episodio come esempio emblematico di un Paese che, a suo giudizio, “sta perdendo la capacità di distinguere tra un artista e un governo”.
Una riflessione sulla libertà dell’arte
La vicenda pone infine una domanda che travalica il contesto veneto: può l’arte essere davvero neutrale in tempi di conflitto? Il caso Abdrazakov, rilanciato dal post di Rizzo, riporta al centro dell’attenzione pubblica la tensione tra libertà creativa e responsabilità morale.
In un momento storico segnato da divisioni e sospetti, l’appello del candidato governatore invita a riscoprire il valore universale della cultura come strumento di dialogo e comprensione reciproca. “Verona non può essere il fronte della russofobia”, scrive Rizzo — una frase destinata a far discutere ancora a lungo, soprattutto in una regione dove il legame tra identità, politica e arte resta forte e complesso.


