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Usa, nuova offensiva nei Caraibi: tre morti nel raid contro presunti narcoterroristi. Sale a 70 il bilancio delle vittime

Pubblicato: 07/11/2025 08:25

L’operazione statunitense nei Caraibi si è trasformata in una guerra a bassa intensità che non conosce tregua. Un’altra imbarcazione è stata colpita dalle forze armate americane in acque internazionali, con un attacco che ha causato la morte di tre persone e ha portato il bilancio totale della campagna antidroga di Washington ad almeno 70 vittime. A rivendicare l’azione è stato il segretario alla Difesa Usa, Pete Hegseth, che ha diffuso sui social le immagini aeree del raid, presentandolo come un intervento diretto contro un’“organizzazione terroristica” impegnata nel traffico di droga. Ma, come già accaduto in precedenza, nessuna prova concreta è stata resa pubblica a sostegno di queste accuse.

L’America di Donald Trump continua a investire risorse militari crescenti nel Sud del continente, trasformando la lotta al narcotraffico in una vera e propria operazione bellica. Finora sono state distrutte almeno 18 imbarcazioni, mentre la Casa Bianca ha dispiegato sei navi della Marina, aerei stealth F-35 a Porto Rico e il gruppo d’attacco della portaerei USS Gerald R. Ford, segno di una militarizzazione sempre più esplicita della regione.

Dubbi sulla legittimità degli attacchi

Washington respinge tutte le critiche, ma le polemiche si moltiplicano. Le famiglie delle vittime sostengono che molte delle persone uccise non fossero narcotrafficanti, ma semplici pescatori finiti nel mirino senza alcuna verifica. Il presidente venezuelano Nicolás Maduro accusa apertamente gli Stati Uniti di voler destabilizzare il suo governo, parlando di “aggressione mascherata da lotta alla droga”. Hegseth, invece, rilancia la linea dura: “Se continuate a trafficare droga letale, vi uccideremo”, ha scritto su X, accompagnando il messaggio con un video dell’imbarcazione in fiamme.

Il nodo resta quello della legalità internazionale. Gli strike avvengono in acque internazionali, senza autorizzazione Onu e senza prove rese pubbliche sul presunto ruolo criminale delle barche colpite. Una strategia che divide la comunità internazionale e apre un fronte diplomatico delicato, mentre gli Stati Uniti parlano di “guerra ai narcos” e i Paesi dell’area denunciano un uso della forza che va ben oltre il contrasto al traffico di droga.

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