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“È stato lui”, spari all’auto dell’allenatore: indagato il big politico. Intimidazione da brividi

Pubblicato: 08/11/2025 13:10

L’ombra di una grave accusa si è allungata su un ex calciatore e un consigliere regionale a pochi giorni dalle elezioni, in un caso che affonda le radici in un atto di intimidazione avvenuto due anni fa ai danni di un allenatore di calcio. Nonostante gli esecutori materiali dell’atto intimidatorio rimangano ancora senza volto né nome, gli inquirenti sembrano aver identificato il presunto “mandante” e l’“istigatore”.

Al centro dell’inchiesta si trovano Leonardo Perez, un ex giocatore della Virtus Francavilla e attualmente in forza al Casarano (entrambe squadre di Lega Pro), e Mauro Vizzino, consigliere regionale uscente, presidente della Commissione Sanità e candidato alle regionali con la lista “Per la Puglia”, a sostegno del candidato di centrosinistra Antonio Decaro. Secondo le carte dell’indagine, Vizzino, che è anche il cognato del calciatore, ricoprirebbe il ruolo di “istigatore” dell’episodio. Questa svolta inattesa nelle indagini, giunta in un momento cruciale della campagna elettorale, potrebbe avere ripercussioni significative sugli ultimi giorni prima del voto.

Le figure chiave dell’indagine

Le due figure coinvolte nell’avviso di conclusione delle indagini, pur con ruoli diversi, rappresentano un giocatore di calcio professionista e un politico di primo piano nella sua regione. Leonardo Perez, all’epoca dei fatti, era un calciatore della Virtus Francavilla. L’episodio di intimidazione, secondo le risultanze investigative, sarebbe scaturito dal profondo malcontento del giocatore, allora trentaseienne, per il limitato impiego in campo da parte del suo allenatore, un rancore che lo avrebbe spinto a maturare propositi di vendetta.

Dall’altra parte, Mauro Vizzino vanta una lunga e apprezzata carriera politica a livello locale e regionale, nonostante la sua giovane età. Consigliere uscente nella sua città, Mesagne, Vizzino è una figura molto stimata dalla sua comunità, nota per l’impegno e la passione con cui conduce la sua attività politica e amministrativa. La sua candidatura alle prossime elezioni regionali lo vede impegnato in una intensa campagna elettorale, come testimoniato dai numerosi video e contenuti visibili sulla sua pagina Facebook personale. Il suo coinvolgimento come presunto “istigatore” in un atto criminale, in qualità di cognato del calciatore, introduce un elemento di notevole complessità nella vicenda e nella sua immagine pubblica.

I dettagli dell’atto intimidatorio e l’origine del movente

L’atto intimidatorio risale alla notte tra il 22 e il 23 febbraio di due anni fa e ha avuto come bersaglio l’allora allenatore della Virtus Francavilla, Antonio Calabro. L’episodio si è consumato sotto l’abitazione del mister a Melendugno, un comune in provincia di Lecce. Le indagini condotte dai carabinieri hanno ricostruito che gli autori materiali dell’azione giunsero sul posto a bordo di una Smart ForTwo che, un elemento cruciale, risultava essere intestata proprio a Leonardo Perez.

I soggetti non identificati avrebbero esploso due colpi di pistola contro l’auto dell’allenatore. I proiettili provocarono danni evidenti al lunotto e alla parte posteriore della carrozzeria della vettura. Dopo aver compiuto l’atto, gli esecutori si sarebbero rapidamente allontanati dal luogo. Il movente, come accennato, viene individuato dagli inquirenti nello scarso utilizzo in partita del calciatore Perez, che avrebbe visto in quell’atto una forma estrema di vendetta contro la decisione tecnica dell’allenatore, avvalendosi, sempre secondo le risultanze, della complicità attiva del politico per la realizzazione dell’intimidazione.

Le indagini e il contesto sportivo

Fu lo stesso tecnico, Antonio Calabro, a notare per primo l’accaduto. Tra le 3.30 e le 4 della notte, l’allenatore aveva avvertito dei rumori sospetti provenire dall’esterno della sua abitazione. Inizialmente, non diede peso a quanto sentito. Solo la mattina seguente, accortosi dei colpi che avevano danneggiato la sua auto, Calabro allertò immediatamente i carabinieri.

Le forze dell’ordine hanno avviato una complessa indagine, “riavvolgendo i nastri” delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona e acquisendo testimonianze da numerose persone informate sui fatti. L’intimidazione, per la sua platealità e gravità, provocò un’ondata di solidarietà nei confronti del mister da parte dell’intero mondo calcistico nazionale, sottolineando la serietà dell’episodio.

Il contesto sportivo in cui maturò il rancore era quello di una Virtus Francavilla impegnata in un campionato di Lega Pro caratterizzato da un andamento altalenante. In quel periodo, la squadra occupava la dodicesima posizione in classifica, in una situazione di sottile equilibrio che la vedeva vicina sia alla zona playoff che a quella playout. La stagione si concluse con la squadra al tredicesimo posto, sfiorando l’accesso ai play-off per un solo punto. A posteriori, è interessante notare come l’allenatore Antonio Calabro abbia poi proseguito la sua carriera con successo. Nella stagione successiva, subentrò alla guida della Carrarese, conducendola a una splendida promozione in Serie B dopo un’ottima cavalcata nella parte finale della stagione regolare e un percorso trionfale nei play-off, eliminando squadre blasonate come Perugia, Juventus Next Gen e Benevento.

Il valore dell’avviso di conclusione delle indagini

È fondamentale sottolineare che l’avviso di conclusione delle indagini, notificato ai soggetti coinvolti, non costituisce in alcun modo un verdetto anticipato di colpevolezza. Si tratta di un passaggio investigativo formale previsto dalla procedura penale italiana, che segue una prima fase in cui, inizialmente, solo il calciatore era stato indagato, e successivamente si era arrivati a una prima richiesta di archiviazione del fascicolo.

Questo atto ha una funzione strumentale e garantista, in quanto permette al politico e al giocatore di prendere piena conoscenza degli elementi raccolti a loro carico e di poter, di conseguenza, approntare al meglio le proprie linee difensive, nominando avvocati, richiedendo interrogatori e presentando memorie. La verità definitiva sulla vicenda sarà stabilita solo nel prosieguo del procedimento giudiziario.

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Ultimo Aggiornamento: 08/11/2025 13:13

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