
Era disposto a tutto pur di ottenere un maxi risarcimento assicurativo. Secondo la procura di Taranto, l’avvocato Francesco Ferretti De Virgilis, 51 anni, candidato della Lega alle Regionali del 23 e 24 novembre in Puglia, avrebbe costruito una falsa ricostruzione dell’incidente stradale in cui, nel 2023, perse la vita un ragazzo di 26 anni. Per la magistratura non si tratta di un semplice errore difensivo, ma di un vero piano basato su testimoni inesistenti e accuse costruite a tavolino contro un automobilista totalmente estraneo ai fatti. Per questo il pubblico ministero ha chiesto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del legale, che nel frattempo ha iniziato la campagna elettorale con il simbolo del Carroccio.
La ricostruzione dell’incidente e il presunto piano truffaldino
Le accuse contestate sono calunnia e truffa assicurativa. L’incidente risale al dicembre 2023, a Manduria, nel Tarantino: il 26enne alla guida di una Opel perse la vita dopo essersi schiantato contro un muro di cinta e aver ribaltato più volte la vettura. Secondo l’inchiesta, Ferretti De Virgilis – che rappresentava la famiglia della vittima – avrebbe però deciso di indicare come responsabile il proprietario di un’Audi che passava nella zona in quel momento. Per sostenere questa tesi, avrebbe convinto alcune persone a dichiararsi testimoni oculari e a raccontare che l’Audi avrebbe tagliato la strada alla Opel, provocando il sinistro. Una versione ritenuta credibile in un primo momento e utilizzata per chiedere un risarcimento milionario alla compagnia assicurativa del presunto colpevole.
Le immagini delle telecamere e il crollo della versione difensiva
A far saltare l’intero impianto accusatorio sono stati i filmati delle telecamere di sorveglianza, analizzati dalla polizia locale su disposizione della procura. Le immagini mostrano con chiarezza che nessuna Audi avrebbe interferito con la corsa della Opel: il giovane avrebbe perso il controllo del mezzo da solo, senza alcun urto con altri veicoli. Dalle riprese è emerso anche che i presunti testimoni indicati dall’avvocato non erano nemmeno presenti nelle vicinanze del punto in cui avvenne lo schianto. Una doppia smentita che, secondo gli inquirenti, dimostra la natura artificiosa e premeditata della ricostruzione usata per tentare la richiesta di risarcimento.
Nei prossimi giorni il candidato leghista sarà ascoltato in interrogatorio preventivo, dopo la richiesta del pm Francesco Ciardo di applicare i domiciliari. La magistratura ritiene che il rischio di reiterazione del reato sia ancora attuale, anche in considerazione della sua attività professionale e politica.


