
Sulla rete esplode la polemica dopo il post pubblicato da Roberto Vannacci, ex generale dei parà e oggi numero due della Lega, in cui l’eurodeputato propone una rilettura del periodo fascista. Secondo Vannacci, è arrivato il momento di dare “ripetizioni a chi ha studiato la storia sui manuali del Partito Democratico”, accompagnando il testo con le copertine di alcuni volumi di Renzo De Felice, tra cui Mussolini il rivoluzionario e Mussolini il fascista. Il post ha immediatamente attirato centinaia di commenti, dividendosi tra chi approva la rilettura e chi denuncia il revisionismo storico.
Il fascismo e la rappresentanza parlamentare

Nel suo intervento, Vannacci ricorda che il 15 maggio 1921 Benito Mussolini fu eletto in Parlamento con i Fasci italiani di combattimento come terzo deputato più votato d’Italia. L’ex generale sottolinea che la marcia su Roma dell’ottobre 1922 “non fu un colpo di Stato, ma poco più di una manifestazione di piazza” e che Mussolini arrivò a Roma “comodamente in treno”, ottenendo il potere dal Re. Il governo iniziale, nato il 17 novembre 1922, fu una coalizione comprendente fascisti, liberali, popolari e nazionalisti e ottenne la fiducia della Camera dei Deputati con 306 voti favorevoli, 116 contrari e 7 astenuti.
Secondo Vannacci, il fascismo, almeno fino alla metà degli anni Trenta, esercitò il potere attraverso gli strumenti dello Statuto Albertino, rimanendo quindi all’interno dell’ordinamento giuridico del Regno d’Italia. Tutte le principali leggi, dalla riforma elettorale del 1923 alle norme sul partito unico, fino alle leggi razziali del 1938, furono approvate dal Parlamento e promulgate dal Re, secondo le procedure previste dalla legge.
La polemica sui social
La pubblicazione ha scatenato un dibattito intenso sulla pagina Facebook di Vannacci, seguita da circa mezzo milione di utenti. La maggior parte dei commenti critica duramente l’eurodeputato, accusandolo di revisionismo storico e di minimizzare i crimini della dittatura, dall’alleanza con Hitler agli omicidi politici, come quello di Giacomo Matteotti. Alcuni commentatori hanno persino postato foto di piazzale Loreto o ricordato le violenze fasciste, mentre altri definiscono il post “un’oscenità storica”.
L’appoggio di Caio Mussolini
A sostegno di Vannacci interviene Caio Mussolini, pronipote del Duce, che conferma la versione dell’ex generale. Secondo Caio Mussolini, la violenza politica dopo la Prima Guerra Mondiale nacque principalmente a sinistra, con attentati e sommosse, e il fascismo rappresentò una reazione a queste violenze. Il discendente del Duce aggiunge altri dettagli, elogiando presunte conquiste sociali del regime, come l’emancipazione femminile, e scagionando Mussolini sulla morte di Matteotti. Ribadisce inoltre che tutte le leggi, comprese le leggi razziali, furono approvate dal Parlamento e firmate dal Re, suscitando ulteriori polemiche online.


