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“Dovete cercare lì”. Liliana Resinovich, possibile svolta nel caso: cosa è spuntato fuori

Pubblicato: 10/11/2025 17:38
liliana resinovich novità vertebra rotta

La tragedia di Liliana Resinovich, la sessantatreenne scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021 e il cui corpo fu ritrovato il 5 gennaio 2022 nell’ex giardino dell’Opp di Trieste, continua a essere avvolta in un velo di mistero e controversie, spingendo i familiari a chiedere con forza nuovi e più approfonditi accertamenti. A distanza di quasi quattro anni dalla scomparsa di Lilly, il fratello, Sergio Resinovich, ha depositato un esposto per sollecitare indagini specifiche su alcuni rapporti che ritiene singolari, in particolare quelli che legherebbero il marito della donna, Sebastiano Visintin — attualmente indagato per la morte di Liliana —, a una misteriosa youtuber e alla titolare di un negozio di telefonia.

La richiesta è chiara: non tollerare che un caso di omicidio venga trattato con superficialità, ma piuttosto scavare a fondo in ogni dettaglio che possa condurre alla verità e alla giustizia per sua sorella, alla quale, come sottolinea il fratello, è stata tolta la vita. La recente svolta nelle indagini, che ha portato gli inquirenti a seguire la pista dell’omicidio sulla base anche delle risultanze della perizia della dottoressa Cristina Cattaneo, rende ancora più urgente l’esigenza di chiarezza su ogni elemento sospetto emerso nel corso della complessa vicenda.

L’esposto e il telefono regalato alla youtuber

Il fulcro dell’iniziativa di Sergio Resinovich è rappresentato dalla vicenda del telefono cellulare che Sebastiano Visintin avrebbe regalato, già formattato, a una youtuber. Il fratello della vittima ha espresso a più riprese la sua convinzione che Visintin non conoscesse la donna prima di tale consegna, circostanza che, ai suoi occhi, appare estremamente singolare. La youtuber in questione, dopo aver tenuto il dispositivo per circa un anno, si sarebbe poi presentata spontaneamente alle autorità.

Secondo Sergio Resinovich, il fatto che un cellulare venisse consegnato in queste modalità a una persona precedentemente sconosciuta merita di essere esaminato con estrema attenzione da parte degli inquirenti. Egli nutre il forte sospetto che questa dinamica possa nascondere dettagli cruciali per la ricostruzione degli eventi che hanno portato alla morte di Liliana. La richiesta formale contenuta nell’esposto mira dunque a fare piena luce sui rapporti e sulle circostanze di questa donazione, considerandola un potenziale anello di congiunzione in un puzzle ancora incompleto.

I rapporti incrociati e il negozio wind 3

Oltre al rapporto tra Visintin e la youtuber, l’esposto del fratello di Liliana mira a far luce su un triangolo di connessioni che include anche la proprietaria del punto vendita Wind 3, il negozio dove Liliana Resinovich si sarebbe dovuta recare la mattina del 14 dicembre 2021. Sergio Resinovich ha infatti posto una serie di domande in merito ai rapporti tra Visintin, la youtuber e la titolare di questa attività commerciale, ritenendo che possano esserci legami precedentemente inesplorati o sottovalutati. La sua preoccupazione è stata alimentata anche dalle dichiarazioni contrastanti della commerciante. Inizialmente, la titolare del negozio avrebbe infatti riferito ai media, poco dopo la scomparsa di Lilly, di aver visto entrare Claudio Sterpin, l’amico speciale della sessantatreenne, la stessa mattina del 14 dicembre 2021. Secondo il suo resoconto iniziale, Sterpin avrebbe chiesto notizie della “sua moglie Liliana” in un “evidente stato confusionale”.

La ritrattazione delle dichiarazioni

La situazione si è complicata in seguito a una successiva intervista rilasciata dalla proprietaria del negozio di telefonia, nella quale avrebbe negato la precedente ricostruzione dell’incontro con Claudio Sterpin. Questo elemento di contraddizione ha sollevato ulteriori perplessità in Sergio Resinovich. Ancora più significativo, secondo il fratello della vittima, è il fatto che la titolare dell’attività commerciale avrebbe omesso l’episodio dell’incontro con Sterpin anche davanti alla polizia; l’episodio in questione non figurerebbe infatti nel verbale. Ai media, pur negando l’incontro, aveva poi aggiunto di non aver riconosciuto Sterpin dalle foto che le erano state mostrate. Questa sequenza di affermazioni e negazioni, e la successiva omissione nel verbale ufficiale, hanno rafforzato in Sergio Resinovich il sospetto che ci sia una rete di relazioni da svelare che possa toccare direttamente il contesto della scomparsa.

La richiesta di non trattare l’omicidio come un gioco

Il gesto di presentare l’esposto riflette la profonda frustrazione di Sergio Resinovich di fronte a una verità che, a quasi quattro anni dai fatti, non è stata ancora pienamente raggiunta. Egli sottolinea con forza l’importanza di non dimenticare mai che al centro di questa complessa indagine vi è un caso di omicidio. “Non tollero che venga trattata come un gioco”, ha affermato, esprimendo il desiderio che le autorità competenti “scavino in questa storia” con la massima serietà e determinazione. La sua azione è mossa dalla convinzione che la trasparenza su ogni dettaglio, per quanto apparentemente marginale, sia fondamentale per onorare la memoria di sua sorella e per individuare il o i responsabili della sua morte. La svolta investigativa verso l’omicidio, che ha definitivamente accantonato l’ipotesi del suicidio anche in virtù della perizia della dottoressa Cattaneo sulle lesioni del cadavere, ha rafforzato la sua determinazione a non lasciare nulla di intentato.

La possibile terza perizia medico legale

Il contesto giudiziario della vicenda rimane in evoluzione, con un nuovo importante appuntamento fissato per il 18 novembre, data in cui la Cassazione sarà chiamata a esprimersi su un’eventuale terza perizia medico legale sul corpo di Liliana Resinovich, richiesta come incidente probatorio dopo l’ammissione del ricorso da parte di Sebastiano Visintin. Sergio Resinovich ha espresso un certo scetticismo, definendo con amara ironia questa richiesta come qualcosa che lo fa “sorridere, tra molte virgolette”. Egli ha notato la contraddizione nel fatto che la difesa di Visintin, dopo aver inizialmente sostenuto l’inutilità del nuovo accertamento della dottoressa Cattaneo, stia ora chiedendo un ulteriore, terzo esame autoptico. Questa mossa processuale, secondo il fratello della vittima, aggiunge un ulteriore livello di complessità a una situazione già estremamente delicata, evidenziando la battaglia legale che si sta consumando intorno alla verità sulla tragica fine di Liliana. La famiglia Resinovich attende con apprensione le prossime decisioni, nella speranza che il percorso investigativo e giudiziario possa finalmente convergere verso una verità inoppugnabile.

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