
La notizia che scuote il mondo del calcio è ufficiale: Ivan Juric non è più l’allenatore dell’Atalanta. La società bergamasca ha optato per la linea dura dell’esonero a seguito di una serie di risultati insoddisfacenti e di prestazioni che non hanno convinto né la dirigenza né, soprattutto, i tifosi. Al suo posto, la scelta è ricaduta su Raffaele Palladino, un nome giovane ma già in ascesa nel panorama tecnico italiano.
La decisione è maturata dopo il clamoroso KO interno contro il Sassuolo, un tracollo inaspettato che ha fatto traboccare il vaso della pazienza, culminato nei sonori fischi del pubblico del Gewiss Stadium. L’Atalanta si trova ora in una posizione di classifica lontana dalle aspettative iniziali, e l’obiettivo è un’immediata risalita, considerando anche la delicata situazione in Champions League.
L’esonero di Juric e la delusione del “dopo Gasperini”
L’addio di Ivan Juric era diventato quasi ineluttabile di fronte a un andamento che non ha mai trovato vera convinzione. Il tecnico croato è, di fatto, la prima vittima di una transizione difficile nell’era successiva a Gian Piero Gasperini, un periodo che a Bergamo si è rivelato più complicato del previsto. L’esonero arriva strategicamente a cavallo della pausa per le Nazionali, permettendo al nuovo tecnico di lavorare con la squadra prima del prossimo impegno. Siamo giunti all’undicesima giornata di campionato, con l’Atalanta che milita nella parte bassa della classifica, una posizione in netto contrasto con le ambizioni dichiarate a inizio stagione. Tanti i fattori che hanno contribuito a questo esito: infortuni a catena, problemi nella gestione del gruppo e, non meno importante, un tipo di calcio che non è mai riuscito a entusiasmare davvero la piazza. Il feeling con la tifoseria non è mai sbocciato pienamente; i sostenitori hanno sempre guardato con scetticismo Juric, e l’ultima reazione del pubblico all’uscita della squadra dal campo è stata una chiara indicazione della fine di un ciclo.
I numeri impietosi della gestione Juric
A certificare l’insuccesso della breve esperienza di Juric ci sono i numeri, del tutto insufficienti. Il bilancio complessivo nelle quindici partite affrontate tra tutte le competizioni recita: solo 4 vittorie, a fronte di 8 pareggi e 3 sconfitte. Anche il dato relativo ai gol non rassicura, con 16 reti segnate e altrettante subite, evidenziando una preoccupante mancanza di equilibrio. L’ultimo vero acuto positivo era stato registrato in Champions League, con una vittoria corsara in trasferta contro il Marsiglia. Tuttavia, la doppia sconfitta consecutiva in Serie A, culminata con il KO fatale contro il Sassuolo di capitan Berardi e compagni, ha reso il cambio di panchina un’opzione obbligata. La dirigenza ha voluto sfruttare la sosta per le Nazionali per introdurre immediatamente la novità tecnica, in vista di un rientro in campo molto impegnativo: la prima sfida del nuovo corso, fissata per il 22 novembre, sarà un difficile esame in trasferta allo Stadio Maradona contro il Napoli. Da qui la scelta, presa senza indugi, di puntare immediatamente su Raffaele Palladino.
Palladino, la nuova scommessa: un contratto fino al 2027 e la Champions League
La scelta di Raffaele Palladino rappresenta un chiaro segnale della volontà dell’Atalanta di voltare pagina con un profilo tecnico emergente. Per il giovane allenatore, l’approdo sulla panchina della Dea è un ulteriore e significativo upgrade di una carriera che continua a essere in costante ascesa. Palladino era stato lanciato nel grande calcio dalla storica accoppiata Berlusconi-Galliani ai tempi del Monza, dove aveva sorpreso tutti con un lavoro eccellente.
Successivamente era approdato alla Fiorentina, guidando la squadra a una stagione decisamente positiva: il sesto posto in classifica con relativa qualificazione all’Europa, a cui si aggiungeva il raggiungimento della semifinale di Conference League. Palladino aveva rassegnato le dimissioni dalla panchina viola questa estate, liberandosi e rendendosi disponibile per questa nuova avventura. A Bergamo, il tecnico 41enne nativo di Napoli trova un’opportunità di altissimo livello, con una prospettiva sul palcoscenico inedito della Champions League. Il contratto che lo lega all’Atalanta prevede una scadenza fissata al 2027, lo stesso orizzonte temporale che era stato concesso al suo predecessore, Juric. L’attesa è ora tutta concentrata sulla sua capacità di portare un finale decisamente più roseo e vincente alla stagione della squadra orobica.


