
L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy potrà lasciare il carcere di La Santé e tornare a casa. La Corte d’Appello di Parigi ha deciso per l’applicazione del contrôle judiciaire, una misura alternativa simile agli arresti domiciliari, che impone obblighi e limitazioni agli spostamenti dell’imputato.
Sarkozy era detenuto dal 21 ottobre, dopo la condanna a cinque anni (di cui due non sospesi) per associazione a delinquere nell’inchiesta sui presunti finanziamenti illeciti ricevuti dalla Libia di Muammar Gheddafi durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2007, elezioni che poi vinse al ballottaggio.
In primo grado i giudici avevano stabilito la detenzione in attesa dell’appello, previsto per marzo 2026, ritenendola necessaria per la gravità delle accuse. I legali dell’ex presidente avevano però presentato ricorso, richiamando l’articolo 144 del codice di procedura penale, che consente la custodia cautelare solo come «ultimo mezzo», ad esempio per tutelare le prove o evitare nuovi reati.
Sarkozy, detenuto in isolamento e sorvegliato da due agenti per ragioni di sicurezza, potrà ora lasciare il carcere, ma dovrà rispettare rigide condizioni.
Nel procedimento sono coinvolte altre due persone: l’ex banchiere Wahib Nacer, 81 anni, già scarcerato e ora sottoposto anche lui al contrôle judiciaire, e l’intermediario Alexandre Djouhri, condannato a sei anni e 3 milioni di multa. Per quest’ultimo i giudici hanno respinto la richiesta di rilascio, ritenendo elevato il rischio di fuga e possibili pressioni sui testimoni.


