
L’intricata vicenda giudiziaria legata al caso Garlasco, che vede coinvolto Andrea Sempio nell’omicidio di Chiara Poggi e in cui si inserisce un filone d’indagine parallelo per presunta corruzione, ha recentemente registrato un nuovo e significativo sviluppo. L’avvocato Massimo Lovati, precedentemente legale di Sempio, è stato sottoposto a una lunga audizione di circa quattro ore davanti alla pm di Brescia, Claudia Moregola. L’audizione si è svolta nell’ambito del fascicolo d’indagine che ipotizza la corruzione, e Lovati è stato sentito in qualità di “persona interessata“.
Le dichiarazioni chiave dell’avvocato
Durante il lungo interrogatorio, l’avvocato Lovati ha fermamente ribadito quanto aveva già sostenuto in precedenza riguardo ai suoi rapporti economici con la famiglia Sempio. Egli ha confermato di aver ricevuto soldi in nero, una somma che si aggirerebbe intorno ai 15mila euro, come compenso per l’incarico professionale svolto in difesa di Andrea Sempio. Questo lavoro di difesa, che si è rivelato cruciale e che è stato condotto in collaborazione con gli altri legali Simone Grassi e Federico Soldani, ha portato nel 2017 all’iniziale archiviazione della posizione del trentasettenne. È fondamentale sottolineare come, nonostante quell’archiviazione, Andrea Sempio sia oggi nuovamente indagato per il grave reato di omicidio in concorso ai danni di Chiara Poggi, vittima del delitto di Garlasco. La conferma di aver ricevuto denaro non tracciato si pone come un elemento di notevole interesse all’interno dell’inchiesta per corruzione che sta procedendo in parallelo al riesame del caso di omicidio.
I riscontri degli altri legali e le consulenze della difesa stasi
Al termine della sua audizione, tenutasi presso il Palazzo di giustizia di Brescia, l’avvocato Lovati è stato raggiunto dal suo legale, l’avvocato Fabrizio Gallo. Riferendo sulle sensazioni e sulle informazioni emerse durante il confronto con la pm Moregola, Lovati ha espresso l’impressione che la sua versione dei fatti, in merito alla ricezione del denaro in nero, sia stata confermata anche dagli altri due ex avvocati di Sempio, Grassi e Soldani, che erano stati ascoltati come testimoni il giorno precedente. Questo allineamento nelle dichiarazioni dei tre legali rafforza il quadro indiziario sul presunto pagamento illecito.
Un altro aspetto toccato da Lovati durante l’audizione riguarda le consulenze della difesa di Alberto Stasi, l’uomo condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Su questo punto, Lovati ha specificato che tali consulenze erano a disposizione di più persone già nel dicembre 2016 e, soprattutto, erano già state ampiamente riportate dalla stampa. Questa precisazione potrebbe essere intesa come un tentativo di sminuire l’eventuale valore “riservato” o “privilegiato” di tali documenti, se la loro disponibilità fosse stata oggetto di indagine o di interesse investigativo. La circolazione di queste informazioni è, quindi, un dettaglio che l’avvocato ha ritenuto importante evidenziare.
Il filone d’indagine sulla corruzione e gli indagati
Il fascicolo d’indagine in corso a Brescia si concentra specificamente sul reato di corruzione. In questo contesto, risultano essere indagati due figure chiave. Il primo è l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, che all’epoca dei fatti aveva chiesto l’archiviazione per Andrea Sempio, poi formalmente sancita da un giudice. Venditti è indagato con l’ipotesi di essere il corrotto. Il secondo indagato è Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio, il quale è accusato di essere il corruttore. L’inchiesta sta quindi cercando di far luce sulla possibilità che l’archiviazione di Andrea Sempio, ottenuta nel 2017, possa essere stata il risultato di un accordo illecito tra il padre dell’indagato e il magistrato inquirente, con la presunta somma di denaro in nero versata ai legali che potrebbe essere un tassello, seppure indiretto o collegato, di questo più ampio schema corruttivo. Le dichiarazioni di Lovati, che confermano l’esistenza di pagamenti non tracciati in relazione all’incarico difensivo, si inseriscono pertanto in un contesto investigativo di grande delicatezza, dove si cerca di stabilire se vi sia stata una deviazione nella corretta amministrazione della giustizia. La posizione di Andrea Sempio, nuovamente al centro dell’attenzione con la riapertura delle indagini per omicidio in concorso, rende l’intero quadro ancora più complesso e denso di interrogativi giudiziari.


