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Matilde Siracusano, la denuncia del sottosegretario ai Rapporti col Parlamento: “Ecco le offese sessiste che ricevo”

Pubblicato: 13/11/2025 11:42

Decine di offese sessiste hanno preso di mira il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano, esponente di Forza Italia, scatenando un acceso dibattito sul ruolo dei social nella diffusione di insulti e misoginia. La deputata ha deciso di non restare in silenzio e ha annunciato la sua intenzione di sporgere denuncia contro gli autori dei messaggi offensivi, documentando pubblicamente le aggressioni virtuali ricevute.

Il fenomeno dei cosiddetti leoni da tastiera, protetti dall’anonimato dei social, è sempre più preoccupante, e i messaggi inviati a Siracusano ne sono una testimonianza lampante. Tra i commenti riportati dalla stessa deputata, alcuni si distinguono per la violenza verbale e il tono sessista: “Vai a cucinare e poi a trombare”, a cui la Siracusano ha risposto con ironia: “Ragazzi, io non so cucinare, non è uno dei miei più grandi talenti”.

L’ironia come risposta agli insulti

La deputata ha scelto di rispondere con ironia anche agli altri messaggi offensivi. Ad esempio, a un commento che la definiva “povera donna… lecca lecca”, Siracusano ha replicato: “Purtroppo con l’ipoglicemia non riesco neanche a mangiare un gelato, mi spiace”. Ancora, quando un utente ha scritto: “Dove è uscita questa soubrette”, la parlamentare ha sottolineato il rispetto per tutte le professioni: “Le soubrette sono donne che svolgono un lavoro rispettabile come tanti altri”.

Altri insulti più duri, come “una cagnetta no”, sono stati affrontati con sarcasmo, ma anche con un messaggio educativo: “Non capisco perché utilizzare anche i cani come offesa. Vorrei tanto avere un cane, ma adesso non ho più il tempo di occuparmene. Magari riusciamo a togliere l’Iva sulle spese veterinarie, queste sì”. Infine, di fronte a un attacco diretto: “L’unica cosa chiusa è il tuo cervello”, Siracusano ha replicato perentoria: “Ma il cervello chiuso lo avete voi”.

Denunciare per combattere la violenza digitale

Matilde Siracusano ha voluto lanciare un messaggio chiaro a tutte le donne vittime di insulti sessisti sui social: “Questi sono alcuni dei messaggi che ricevo quotidianamente, ma è quello che accade a tantissime, quasi tutte le donne in questo Paese che si espongono sui social. È inaccettabile. Ma ci sono ragazze che soffrono enormemente per questo schifo che ricevono gratuitamente sui loro profili”.

La parlamentare ha ribadito la sua fermezza: “Io ho le spalle larghe, domani vado a denunciare e tutto questo non mi fa soffrire. Il mio suggerimento è denunciare: magari questo brutto vizio qualcuno se lo toglie”. La denuncia si configura come uno strumento fondamentale per contrastare il fenomeno crescente della violenza verbale online, che colpisce principalmente le donne esposte pubblicamente, creando un clima di intimidazione e paura.

L’allarme sulla cultura digitale

L’episodio mette in evidenza come i social media, sebbene strumenti di informazione e comunicazione, possano trasformarsi in veicoli di odio sessista. L’anonimato e la facilità di diffusione dei contenuti consentono agli hater di moltiplicare i messaggi offensivi senza temere conseguenze, alimentando una cultura digitale aggressiva e discriminatoria.

Il caso di Matilde Siracusano diventa così emblematico di una problematica più ampia: la necessità di una maggiore responsabilizzazione degli utenti, di strumenti di controllo efficaci e di un supporto istituzionale alle vittime di molestie e insulti online.

Siracusano, con il suo esempio, dimostra che è possibile reagire con ironia, fermezza e determinazione, utilizzando le vie legali per difendere la propria dignità e quella di tutte le donne esposte al rischio di aggressioni verbali. L’invito finale resta chiaro: non tacere, denunciare e rendere visibile il fenomeno per creare consapevolezza e promuovere il rispetto reciproco sui social.

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Ultimo Aggiornamento: 13/11/2025 11:50

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