
Serata di paura per Simone Ruzzi, conosciuto sul web come “Cicalone”, lo youtuber romano famoso per i suoi video di denuncia contro borseggiatori e piccoli criminali nelle strade e nelle metropolitane della Capitale. Mentre stava realizzando alcune riprese per il suo format su YouTube, “Scuola di Botte”, è stato brutalmente aggredito da un gruppo di persone nei pressi della fermata Ottaviano della linea A.
L’episodio, documentato in parte dallo stesso Cicalone attraverso una storia su Instagram, mostra il volto tumefatto del creatore di contenuti, sdraiato nel retro di un’ambulanza. La didascalia è tanto breve quanto eloquente: “Infami veri, da dietro in 10”.
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L’aggressione alla metro Ottaviano
Secondo quanto ricostruito, Simone Ruzzi stava girando alcune scene dedicate alle gang di borseggiatori attive nella metro di Roma, un fenomeno che da mesi denuncia attraverso i suoi canali social. L’obiettivo del suo lavoro, come più volte ribadito, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e portare l’attenzione delle autorità sul problema della microcriminalità urbana.
Durante le riprese, però, la situazione sarebbe degenerata. Un gruppo di presunti borseggiatori lo avrebbe riconosciuto e circondato, aggredendolo violentemente. Lo youtuber sarebbe stato colpito ripetutamente al volto e al corpo, fino a cadere a terra. A intervenire in suo aiuto, secondo quanto riferito da Roma Today, è stato anche il personale della vigilanza in servizio nella stazione, aggredito a sua volta dai malviventi.
Dopo l’attacco, i responsabili sarebbero fuggiti in direzione viale Giulio Cesare, facendo perdere le proprie tracce. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato Borgo e i carabinieri, che hanno immediatamente avviato le indagini per risalire agli autori del pestaggio.

Le immagini sui social e la reazione dei fan
Nonostante le ferite riportate — escoriazioni al sopracciglio, allo zigomo e alla bocca — Cicalone ha voluto rassicurare i suoi follower. Poche ore dopo l’aggressione ha pubblicato una nuova foto sui social, accompagnata da un messaggio di forza: “Sono in piedi”.
Un gesto che ha scatenato una valanga di solidarietà. In centinaia hanno commentato i suoi post, esprimendo affetto e vicinanza. Molti utenti hanno sottolineato il coraggio di chi, come lui, sceglie di raccontare la realtà delle strade senza filtri e mettendosi in prima linea, spesso a rischio della propria sicurezza.
Lo youtuber, da tempo impegnato nel raccontare la criminalità metropolitana romana, è conosciuto per il suo linguaggio diretto e per la sua capacità di documentare situazioni reali, spesso ignorate dai media tradizionali. Nei suoi video ha più volte affrontato temi come lo spaccio, le rapine e il degrado sociale, diventando una sorta di “cronista di strada” seguito da centinaia di migliaia di persone.
La lotta del Cicalone contro la criminalità urbana
Il progetto “Scuola di Botte”, che da mesi raccoglie visualizzazioni e commenti, nasce proprio con l’intento di mostrare il lato nascosto della città, quello in cui la delinquenza quotidiana si intreccia con la vita dei pendolari e dei cittadini comuni. Ruzzi e la sua squadra documentano episodi reali, confrontandosi con situazioni di rischio concreto.
Non è la prima volta che il Cicalone subisce minacce o tentativi di intimidazione. In passato, aveva raccontato di essere stato pedinato o insultato da persone riconducibili ai contesti criminali che denuncia. L’aggressione di Ottaviano rappresenta però uno dei momenti più gravi e violenti della sua attività, segno evidente che la sua presenza nel territorio dà fastidio a chi vive di illegalità.

Indagini in corso e solidarietà dal web
Le forze dell’ordine stanno raccogliendo le testimonianze dei presenti e visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza installate nella stazione e lungo le vie limitrofe. L’obiettivo è identificare i componenti del gruppo che ha assalito lo youtuber.
Intanto, sui social, cresce la solidarietà nei confronti di Simone Ruzzi. Centinaia di messaggi sono arrivati da fan, colleghi e semplici cittadini che chiedono maggiore sicurezza nelle metropolitane romane e un riconoscimento per chi, come lui, si espone per raccontare la realtà senza filtri.
Cicalone, nonostante il dolore e le ferite, sembra intenzionato a non fermarsi. Il suo ultimo messaggio lo conferma: “Non mi piego. Questa è la mia città e continuerò a raccontarla.”


