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Monia Bortolotti assolta dall’accusa di avere ucciso i suoi figli: per 10 anni sarà in una struttura psichiatrica

Pubblicato: 13/11/2025 15:45

Dopo due ore e mezza di camera di consiglio, la Corte d’Assise di Bergamo ha pronunciato la sentenza nel caso di Monia Bortolotti, la madre 29enne accusata della morte dei suoi due bambini, Alice e Mattia Zorzi. La donna è stata assolta per vizio totale di mente e dichiarata socialmente pericolosa: resterà per dieci anni in una struttura psichiatrica Rems.

La decisione è stata presa dalla Corte presieduta da Patrizia Ingrascì, con giudice a latere Andrea Guadagnino e una giuria popolare in prevalenza femminile. Per la piccola Alice, l’omicidio non è stato ritenuto provato; per il fratellino Mattia, invece, è stata accolta la perizia che ha confermato l’incapacità di intendere e di volere della madre al momento dei fatti.

La sentenza, emessa il 13 novembre 2025, chiude una delle vicende giudiziarie più delicate degli ultimi anni, seguita con grande attenzione dall’opinione pubblica. La Corte ha disposto il ricovero di Monia Bortolotti in una Rems per almeno un decennio, considerandola ancora pericolosa per sé e per gli altri.

Durante il processo, la pm Maria Esposito aveva chiesto l’ergastolo e sei mesi di isolamento diurno per la giovane madre, contestando la validità della perizia psichiatrica che l’aveva dichiarata incapace. La difesa, rappresentata dall’avvocato Luca Bosisio, aveva invece chiesto l’assoluzione per entrambe le morti o, in subordine, il proscioglimento per vizio di mente.

L’imputata, di origini indiane e cresciuta in Val Seriana, non era presente in aula, come già nelle udienze precedenti. Da tempo si trova nella Rems di Castiglione delle Stiviere (Mantova), dove era stata trasferita nel 2024 dopo mesi di detenzione in carcere. Nessuno dei familiari, compreso il compagno e padre dei bambini Cristian Zorzi, si è costituito parte civile.

Prima della sentenza, la pm Esposito aveva replicato alle argomentazioni della difesa, definendo “inesatte” alcune ricostruzioni. In particolare, ha respinto le accuse di superficialità rivolte al medico legale Paolo Silvani, ribadendo che il perito aveva analizzato con completezza la cartella clinica del piccolo Mattia.

La vicenda risale al 15 novembre 2021 e al 25 ottobre 2022, date in cui morirono i due fratellini di 4 e 2 mesi. In entrambe le occasioni, Monia Bortolotti era sola nell’appartamento di Pedrengo, dove viveva con il compagno, venticinque anni più grande. Secondo la Procura, avrebbe soffocato i figli perché incapace di reggere il loro pianto, ma la donna ha sempre negato.

L’autopsia su Mattia aveva rivelato una morte per asfissia meccanica, mentre per Alice non era stato possibile stabilire con certezza la causa del decesso, a causa del cattivo stato di conservazione del corpo riesumato mesi dopo. Questi elementi hanno pesato sulla decisione della Corte di assolvere la madre per la morte della bambina “perché il fatto non sussiste”.

I giudici hanno invece ritenuto provato l’omicidio del piccolo Mattia, ma commesso in uno stato di infermità mentale totale. Da qui la doppia assoluzione e il ricovero in struttura psichiatrica per dieci anni. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.

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