
Il ritmo politico di Washington torna a muoversi dopo settimane di immobilismo, mentre sulle scrivanie del potere resta ancora l’eco di un Paese sospeso. L’immagine del presidente che solleva il pacchetto di norme appena firmate è la fotografia simbolica di un sistema arrivato al limite, costretto a fare i conti con la propria fragilità istituzionale e con il peso di uno stallo che ha toccato tutti: uffici pubblici, famiglie, imprese, sicurezza nazionale. Il dibattito, infuocato per giorni, ha lasciato in eredità un interrogativo che nessuno a Washington può più ignorare, perché lo shutdown ha mostrato quanto rapidamente l’amministrazione federale possa incepparsi quando lo scontro politico diventa arma.
L’approvazione definitiva è arrivata nella notte italiana, quando la Camera dei Rappresentanti ha dato il via libera al pacchetto già votato dal Senato. Una mossa attesa ma non scontata, il passo necessario per permettere a Donald Trump di firmare la legge che riapre il governo dopo 43 giorni di paralisi, il periodo più lungo nella storia americana. Nel momento della firma, nello Studio Ovale, il presidente ha scelto toni netti, circondato dai repubblicani che hanno salutato la fine della crisi con un applauso. È la conclusione di un braccio di ferro che ha messo a nudo, ancora una volta, la distanza tra la Casa Bianca e i democratici.
Le accuse ai dem e la promessa di una riforma
Trump ha parlato di un “messaggio chiaro” e ha accusato i suoi avversari di aver tentato un ricatto politico, rivendicando che l’amministrazione non “cederà mai” a simili pressioni. Nel suo intervento in diretta, ha definito la chiusura del governo “un modo sbagliato di governare” e ha insistito sulla necessità di impedire che situazioni simili possano ripetersi. Il presidente ha annunciato l’intenzione di approvare una norma che limiti la possibilità dei parlamentari di utilizzare l’ostruzionismo come leva negoziale, con un riferimento esplicito alle dinamiche che hanno contribuito a prolungare la crisi.
Il governo riparte, ma la tensione resta
Con la firma, il governo federale “riprenderà ora le normali operazioni”, ha assicurato il presidente, mentre gli uffici stanno già lavorando per riattivare pagamenti, servizi e programmi sospesi o rallentati durante lo shutdown. Resta però la consapevolezza che la frattura politica non si è ricomposta: il conflitto tra Casa Bianca e opposizione riemergerà inevitabilmente nelle prossime battaglie legislative, soprattutto sul budget e sui dossier più divisivi per l’amministrazione Usa. La lunga paralisi lascia un segno, e il vero test sarà capire se la promessa di “non ripetere più” uno scontro simile potrà reggere nelle settimane a venire.

