
Un quadro investigativo ancora in evoluzione accompagna la vicenda della morte del 27enne precipitato da un bed and breakfast durante una serata che doveva essere di svago e che si è invece trasformata in una tragedia. Le autorità hanno ricostruito le ultime ore prima della caduta, cercando di chiarire ogni passaggio di una dinamica segnata da tensioni crescenti e da un confronto fisico che sarebbe durato diversi minuti. Nel frattempo il giovane accusato, un 25enne, si trova indagato a piede libero dopo la decisione del gip di non applicare misure cautelari.
Un elemento chiave nelle indagini è rappresentato dall’esito dell’autopsia, che ha confermato la presenza di lesioni legate a una colluttazione e di traumi compatibili con la caduta dall’alto. La procura sta procedendo con ulteriori accertamenti per delineare con precisione il comportamento dei due amici nelle ore precedenti al drammatico epilogo, supportandosi anche con le testimonianze di chi ha assistito a parte della scena.
Scontro sul balcone e dinamica della caduta

L’episodio è avvenuto a Roma, nel quartiere Monteverde, la sera del 13 novembre. Secondo le ricostruzioni, il 27enne di Isola Liri, in provincia di Frosinone, sarebbe rimasto coinvolto in un violento corpo a corpo con l’amico all’interno dell’appartamento affittato per una notte. La lite, già notata da alcuni condomini per via delle urla e del rumore di oggetti scagliati, si sarebbe poi spostata sul balcone al terzo piano dello stabile di via Calepodio.
Alcuni testimoni avrebbero riferito di aver visto la vittima penzolare nel vuoto pochi attimi prima della caduta, mentre una giovane, affacciata da un’abitazione vicina, avrebbe gridato disperatamente di lasciarlo andare. L’impatto al suolo è risultato fatale, come confermato dai medici legali della Sapienza che hanno evidenziato gravi traumi al cranio e al corpo, incompatibili con la sopravvivenza.
Gli accertamenti e le versioni a confronto
All’interno dell’appartamento, trovato in condizioni di forte disordine, i carabinieri hanno rinvenuto anche una piccola quantità di hashish, motivo per cui sono stati disposti esami tossicologici sia sulla vittima che sul 25enne. Gli inquirenti intendono chiarire se eventuali sostanze possano avere avuto un ruolo nell’escalation che ha preceduto la caduta.
Il giovane indagato sostiene di avere tentato di salvare l’amico, affermando che il 27enne “era fuori di sé” e che lui avrebbe cercato di impedirgli di cadere. Una versione opposta a quella fornita da alcuni residenti, secondo cui il ragazzo sarebbe stato visto mentre lo spingeva oltre la balaustra. Gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, stanno vagliando ogni testimonianza per ricostruire con precisione la sequenza degli eventi.
Indagini in corso e prossime tappe
Nei prossimi giorni verrà fissato l’interrogatorio davanti al gip, passaggio cruciale per chiarire le responsabilità del 25enne. Gli accertamenti proseguono anche sulla base delle dinamiche della sera: il 27enne, tecnico del ministero della Difesa, aveva affittato l’appartamento martedì, venendo poi raggiunto dall’amico il 13 novembre per quella che doveva essere una semplice serata tra conoscenti di lunga data.
Gli investigatori mantengono aperte tutte le ipotesi, in attesa di ulteriori riscontri scientifici e di un quadro definitivo che possa fare luce su una tragedia che ha sconvolto due famiglie e l’intera comunità di origine dei due giovani.


