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Esplode stazione di polizia: nove morti e decine di feriti

Pubblicato: 15/11/2025 06:54

Il fragore dell’esplosione che ha devastato la stazione di polizia di Srinagar è arrivato come un contrappasso inatteso in un luogo dove la gestione del rischio dovrebbe essere routine, non minaccia. Dentro il complesso di Nowgam, nel Kashmir amministrato dall’India, agenti e personale della scientifica stavano lavorando a quello che sembrava un passaggio tecnico in un’indagine già delicata: l’analisi di una grande quantità di esplosivo sequestrato. In pochi secondi tutto si è trasformato in un cratere, fumo, urla, macerie. Almeno nove persone sono morte, una trentina sono rimaste ferite, e l’episodio ha messo a nudo la fragilità delle procedure che dovrebbero proteggere chi indaga proprio per evitare tragedie di questo tipo. A complicare il quadro, la provenienza del materiale: non una normale confisca, ma la punta di un’inchiesta che riguardava una struttura clandestina capace di intrecciare terrorismo, accademia e insospettabili professionisti, la cosiddetta rete dei colletti bianchi.

Le indagini sulla rete clandestina

Secondo le prime ricostruzioni, la detonazione è avvenuta mentre gli agenti stavano estraendo campioni dall’ingente deposito sequestrato nei giorni scorsi nell’Haryana. L’esplosivo, trasferito dal campus dell’Università Al Falah di Faridabad, era stato recuperato durante un’indagine su un gruppo che stava organizzando infrastrutture logistiche e materiali per futuri attacchi, una rete che si muoveva con la copertura di ruoli professionali comuni. I primi riscontri collegano quel materiale alla cellula responsabile dell’attentato del 10 novembre al Forte Rosso, attribuito al presunto kamikaze Umar Un Nabi Mohammed, trentaseienne kashmiro descritto come un medico riservato, senza precedenti e senza segnali apparenti che potessero far supporre un coinvolgimento in attività militanti. La presenza di figure così integrate nella vita civile è, per gli investigatori, la chiave che spiega la pericolosità della rete dei colletti bianchi: un’organizzazione capace di passare sotto i radar proprio perché composta da persone che, agli occhi della comunità, non avevano nulla di sospetto.

Procedure, falle e responsabilità operative

Il materiale, portato fino a Srinagar per ulteriori verifiche tecniche, doveva essere maneggiato con protocolli rigidissimi, ma qualcosa – secondo i primi accertamenti – non ha retto. La dinamica della deflagrazione sembra confermare un errore nella manipolazione dell’esplosivo durante la campionatura, fase considerata estremamente sensibile quando si ha a che fare con compound instabili o deteriorati. Gli investigatori stanno passando al vaglio l’intera catena: dai criteri di trasporto al deposito, dalle condizioni dei locali fino alla dotazione e alla formazione del personale impiegato. L’episodio ha riaperto il dibattito sulla sicurezza degli edifici istituzionali nelle aree più esposte alle attività clandestine e sulla capacità dello Stato indiano di gestire materiali pericolosi provenienti da indagini complesse. Resta la certezza di un punto: la tragedia di Nowgam non ha solo strappato vite, ma ha messo in luce una vulnerabilità che riguarda l’intero sistema di contrasto al terrorismo nel Kashmir e nel resto del Paese.

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