
Ci sono volte in cui il dolore non ha bisogno di essere spiegato, né protetto, né tradotto. Entra in scena con la stessa naturalezza con cui entra nella vita: senza chiedere permesso. È quello che è accaduto con Andrea Delogu, rientrata a Ballando dopo il lutto che l’ha travolta, con quel suo modo silenzioso e composto di stare al mondo, come se la parola fosse sempre un di più rispetto alla verità delle cose.
Il suo tango non è stato una coreografia: è stato un gesto. Un modo per dire “sono qui”, senza dover aggiungere altro. E infatti non ha detto nulla. Non una spiegazione, non un ringraziamento, non un accenno al dolore. Ma si era già capito tutto. Si è visto nella postura, nella scelta di non frenare il tremito del respiro, nel modo in cui il suo corpo ha cercato una linea d’equilibrio nel mezzo della tempesta.
Quando penso alla forza delle donne penso a questo. A chi non scambia il lutto per spettacolo, a chi non usa il palco per ripararsi, ma per attraversare la notte sapendo che tutti la guardano e nessuno ha il diritto di giudicare. Penso a quelle figure che non chiedono compassione, non invocano alibi, non reclamano un’attenuante. Stanno. Resistono. E lo fanno con una dignità che non ha bisogno di applausi, perché è tutta interna, tutta loro.
Il ritorno di Andrea Delogu non è stato un ritorno televisivo: è stata una lezione. Una di quelle che non si possono insegnare, perché arrivano solo da chi conosce davvero il peso di certi silenzi. E da chi, pur avendo il cuore spezzato, trova comunque il coraggio di danzare.


