
Un sussurro sotterraneo ha interrotto la quiete dell’alba. Non un boato fragoroso, ma una vibrazione rapida e insistente, un fremito che si è propagato dalle profondità della terra fin sotto le fondamenta delle case. Per chi era sveglio, è stata una sensazione inequivocabile: il letto che trema per un istante, il vetro di una finestra che tintinna con un suono metallico e breve. L’orologio segnava poco prima delle sette.
La mente si è subito focalizzata sull’istante: era un avvertimento, un battito cardiaco del pianeta. Nonostante la sua lieve intensità, ha lasciato dietro di sé il silenzio teso tipico di questi momenti, quel respiro sospeso in attesa di capire se il movimento fosse finito o se fosse solo l’inizio. In molti si sono destati di soprassalto, interrogandosi sulla natura di quel disturbo, chiedendosi quanto a lungo quel fenomeno invisibile ma potente avrebbe continuato a manifestarsi.
La sequenza sismica e l’epicentro ai Campi Flegrei
L’area dei Campi Flegrei, nota per la sua intensa attività vulcanica e il fenomeno del bradisismo, è stata nuovamente al centro dell’attenzione nelle prime ore di sabato 15 novembre 2025. Un sciame sismico di lieve entità ha interessato la zona, innescando una sequenza di eventi che, sebbene di magnitudo contenuta, richiamano costantemente l’attenzione sulla natura dinamica e complessa della caldera flegrea. Queste scosse, con epicentro localizzato nella vicinanza della celebre Solfatara, si inseriscono in un quadro geologico caratterizzato da un continuo, seppur fluttuante, sollevamento e abbassamento del suolo. La popolazione locale, abituata a convivere con questa instabilità, mantiene un alto livello di vigilanza, supportata dalle comunicazioni e dalle procedure di monitoraggio delle autorità competenti.
La mattinata è stata scandita da una serie ravvicinata di movimenti tellurici, classificati con una magnitudo compresa tra 1.0 e 1.7. Sebbene si tratti di valori che rientrano nella fascia della bassa intensità, la loro concentrazione temporale li configura come un vero e proprio sciame sismico. L’Osservatorio Vesuviano, l’ente preposto al monitoraggio dell’attività vulcanica e sismica nell’area, ha prontamente comunicato l’inizio di questa sequenza alle autorità locali, in particolare al Comune di Pozzuoli, confermando che il fenomeno ha avuto inizio alle 6:43 ora locale e si è protratto per un periodo significativo della mattina. È fondamentale sottolineare che tali scosse sono intrinsecamente connesse ai movimenti bradisismici, ovvero le lente e periodiche deformazioni della crosta terrestre tipiche delle caldere vulcaniche, escludendo quindi la natura di un terremoto tettonico classico. L’epicentro in prossimità della Solfatara è significativo, poiché questa zona è uno dei punti nevralgici dell’attività geotermica e di degassamento della caldera.
L’interpretazione bradisismica del fenomeno
L’attività sismica registrata non è un evento isolato, ma una manifestazione diretta del bradisismo flegreo. Questo fenomeno è il motore principale dei terremoti nell’area, con il sollevamento e il conseguente stiramento della crosta terrestre che generano fratture e, di conseguenza, le scosse. I dati recenti del monitoraggio, come si evince dal contesto informativo più ampio sull’area, hanno evidenziato una rinnovata e talvolta accelerata velocità di sollevamento del suolo, che in alcune fasi ha toccato i 2,5 centimetri al mese. Tali variazioni nel tasso di deformazione sono i principali indici di un aumento della pressione dei fluidi nel sottosuolo. Questo incremento pressorio è il meccanismo attraverso cui la caldera risponde a cambiamenti interni, e lo sciame sismico ne è il sintomo più evidente e percepibile in superficie. La correlazione tra l’innalzamento del suolo e la frequenza degli eventi sismici è un elemento chiave che guida le analisi degli esperti e le decisioni in materia di protezione civile.
La risposta delle autorità locali
Di fronte a un fenomeno che, pur se lieve, genera inevitabilmente preoccupazione nella cittadinanza, l’amministrazione comunale di Pozzuoli ha agito in stretta collaborazione con la Protezione Civile. Il sindaco ha immediatamente diffuso una nota alla popolazione, rassicurando sulla vigilanza costante e invitando i cittadini a collaborare attivamente. L’invito primario è stato quello di segnalare prontamente eventuali danni o criticità riscontrate a seguito delle scosse. A tal fine, sono stati messi a disposizione numeri dedicati di emergenza, specifici per la Polizia Municipale e la Protezione Civile, al fine di garantire una raccolta dati rapida e organizzata. Questo approccio sottolinea l’importanza di una gestione del rischio che non si limiti al solo monitoraggio scientifico, ma che includa anche la partecipazione e la consapevolezza della comunità.
La costante attenzione al rischio vulcanico
La sequenza sismica odierna si inserisce in un contesto di crescente attenzione mediatica e scientifica verso i Campi Flegrei. L’area non è solo teatro di fenomeni sismici, ma è anche una caldera vulcanica attiva, il che impone la massima cautela e la preparazione a scenari più complessi. Esercitazioni di evacuazione per l’eruzione, come quelle condotte al Porto di Napoli per testare la capacità di mobilitazione tramite navi dirette verso Sicilia e Sardegna, sono la dimostrazione di come la pianificazione sia un elemento cruciale. Non si tratta di allarmismo, ma di una doverosa e complessa gestione del rischio vulcanico che coinvolge diverse aree metropolitane e milioni di persone. La storia geologica dei Campi Flegrei, con le sue eruzioni passate e il suo ciclo di bradisismo, rende il monitoraggio costante e le comunicazioni chiare tra scienziati, autorità e popolazione un pilastro fondamentale della sicurezza territoriale.


