
Il dibattito sui fondi per le armi all’Ucraina si accende nella maggioranza, con il leader della Lega Matteo Salvini che solleva dubbi pesanti sulla gestione degli aiuti destinati a Kiev. Salvini ricorda che il suo partito ha sempre sostenuto sanzioni e pacchetti di aiuti, «umanitari e non», ma ora sottolinea che sarebbero «emersi fatti nuovi di assoluta gravità».
Secondo il leader del Carroccio, la possibilità che una parte dei finanziamenti occidentali abbia «ingrassato il patrimonio personale di persone vicine a Zelensky» richiede una verifica immediata e trasparente. Salvini definisce «sconcertante» l’idea che «i soldi degli italiani e degli europei» possano finire «in ville e gabinetti d’oro» mentre il Paese è in guerra.

La campagna elettorale per le Regionali 2026 viene così investita da un tema internazionale che rischia di spaccare il centrodestra. Mentre Fratelli d’Italia mantiene un profilo prudente ed evita lo scontro diretto con la Lega, il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva già richiamato alla prudenza nei giorni scorsi.
A intervenire con chiarezza è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ribadisce come «l’Italia farà la sua parte» e che «non si deve smettere di aiutare l’Ucraina per due corrotti». Una posizione netta che punta a rassicurare alleati e partner internazionali.
Tajani afferma inoltre di aver informato il Copasir sul nuovo pacchetto di aiuti militari, il dodicesimo e probabilmente l’ultimo previsto per il 2025. Tuttavia, dal Comitato fanno sapere di non aver ricevuto comunicazioni ufficiali, mentre mancherebbero le firme dei ministeri coinvolti, compreso quello dell’Economia guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti.
Il clima si appesantisce anche per l’annullamento del viaggio di Crosetto a Washington per aderire al progetto americano PURL, dopo le perplessità espresse dalla Lega. In Fratelli d’Italia leggono questa posizione come incoerente, visto che l’iniziativa è sostenuta dal presidente statunitense Donald Trump.
La questione centrale, tuttavia, resta il sostegno all’Ucraina per il 2026, che richiederà un voto parlamentare. Fonti di FdI ammettono la preoccupazione per gli scandali che hanno colpito Kiev, ricordando che altri ministri ucraini sono già stati allontanati in passato per casi di corruzione.
Le tensioni si propagano anche nelle opposizioni. La leader del Pd Elly Schlein rinnova il sostegno al popolo ucraino, mentre il dem Filippo Sensi attacca duramente Salvini definendo le sue parole «vergognose». Dall’altra parte, Carlo Calenda critica l’Italia per il ritardo negli acquisti militari dagli USA, mentre il M5S con Riccardo Ricciardi denuncia «il fallimento delle politiche guerrafondaie di Meloni e Von der Leyen».
In un quadro politico frastagliato, la discussione sul futuro degli aiuti militari all’Ucraina si concentra ora sulle posizioni contrarie di Salvini, destinate a pesare sulla tenuta della maggioranza e sulle scelte strategiche dell’Italia nei prossimi mesi.


