
Una mattinata segnata da forti tensioni lungo la Linea Blu ha riportato l’attenzione sul fragile equilibrio che separa le posizioni israeliane dai contingenti delle Nazioni Unite. La missione Unifil, presente nell’area dal 1978, ha denunciato un episodio ritenuto estremamente grave e potenzialmente foriero di nuove frizioni. Nel corso di un pattugliamento, un carro armato Merkava avrebbe aperto il fuoco a brevissima distanza da un gruppo di caschi blu, costringendo i militari a ripararsi e a chiedere l’immediata cessazione dei colpi. Nonostante la concitazione del momento, la missione ha confermato che nessuno è rimasto ferito, pur parlando di un’azione che mette a rischio la stabilità lungo il confine e le operazioni di monitoraggio previste dalla risoluzione 1701.
La dinamica diffusa dall’Onu restituisce un contatto improvviso e ad alto rischio, avvenuto mentre i soldati si stavano muovendo a piedi nei pressi di una postazione israeliana. I colpi, provenienti da una mitragliatrice pesante montata sul carro armato, avrebbero impattato il terreno a circa cinque metri dai militari, provocando una richiesta urgente di cessazione del fuoco attraverso i canali di comunicazione con le Idf. Solo dopo mezz’ora, il mezzo israeliano si sarebbe ritirato, permettendo ai caschi blu di lasciare l’area e di mettersi in sicurezza. Per l’Unifil, quanto accaduto rappresenta una violazione diretta del quadro normativo che regola i rapporti tra le parti.
Tensione crescente lungo il confine

L’episodio si inserisce in un contesto già reso complesso da recenti denunce relative alla presenza di muri in cemento armato costruiti dalle forze israeliane oltre la Linea Blu. Una recente indagine geospaziale della missione aveva documentato un muro nella zona di Yaroun, giudicato oltre la delimitazione e quindi in territorio libanese, con oltre quattromila metri quadrati sottratti all’accesso della popolazione locale. L’Onu ha già informato le autorità israeliane, chiedendo la rimozione delle strutture in violazione della risoluzione.
Ulteriori lavori sarebbero stati osservati anche nelle aree di Aytaroun e Maroun ar Ras, dove altre sezioni di muro attraverserebbero la Linea Blu in diversi tratti. Le costruzioni, secondo la missione, rappresentano un fattore di potenziale aumento della tensione, in un settore dove ogni modifica del territorio può incidere sulla stabilità complessiva del confine. La missione richiama quindi le Idf al rispetto della risoluzione 1701 e al ritiro da tutte le aree situate a nord della linea.
Il ruolo di Unifil nella regione

La missione delle Nazioni Unite nel Sud del Paese nasce con l’obiettivo di monitorare il ritiro israeliano dalle zone occupate e supportare il governo libanese nel ristabilire la propria autorità. Dopo il conflitto del 2006, il mandato è stato ampliato includendo la sorveglianza della cessazione delle ostilità, l’assistenza alle Forze armate libanesi e un costante pattugliamento della Linea Blu. Proprio per questo, il fuoco diretto contro i caschi blu appare particolarmente critico, poiché colpisce forze incaricate di garantire la stabilità in un’area strategica e spesso già soggetta a tensioni.
Il richiamo dell’Onu a una condotta responsabile da parte di Israele si inserisce nella necessità di prevenire nuove crisi e mantenere attiva la cooperazione necessaria a evitare incidenti. Le operazioni quotidiane della missione si basano su un equilibrio delicato, che episodi simili rischiano seriamente di compromettere.


