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Classifica delle città italiane: ecco dove si vive meglio e dove peggio, tante sorprese

Pubblicato: 16/11/2025 14:17

Milano continua a dominare la classifica della qualità della vita nelle province italiane, confermandosi anche nel 2025 come la città che garantisce i migliori livelli di servizi, reddito e vitalità economica. L’indagine annuale di ItaliaOggi e Ital Communications certifica ancora una volta la sua posizione di vertice. Ma, nonostante il primato, l’analisi rivela forti divari territoriali che delineano un’Italia sempre più spaccata tra un Nord resiliente e un Sud in difficoltà.

La scena principale è occupata da Milano, che si conferma al primo posto per il secondo anno consecutivo. A seguire, Bolzano, stabile in seconda posizione, e Bologna, che migliora scalando una posizione rispetto al 2024. Il podio appare quindi consolidato, con tre province che mantengono performance elevate in quasi tutti gli indicatori analizzati.

Oltre ai vertici già noti, spiccano due grandi avanzate: Rimini e Ascoli Piceno. La prima migliora di oltre venti posizioni e raggiunge il 12° posto, mentre la seconda balza fino al 15° posto, segnando una delle migliori crescite dell’intera graduatoria.

Accanto ai miglioramenti, non mancano i segnali negativi. Monza e Brianza arretra di due posizioni, così come Foggia, che registra un vero crollo, passando dalla 93ª alla 104ª posizione. Peggio ancora va a Pordenone, che perde ben 14 posizioni, scendendo dalla alla 23ª.

In lieve calo anche la Capitale: Roma, infatti, si colloca al 29° posto su 107 province, arretrando di cinque posizioni rispetto al 2024. Un segnale che evidenzia difficoltà persistenti nel migliorare la qualità della vita dell’area metropolitana più vasta del Paese.

La parte bassa della classifica resta invariata, con Caltanissetta, Crotone e Reggio Calabria a occupare gli ultimi posti. L’unica nota positiva arriva proprio da Reggio Calabria, che pur rimanendo nelle retrovie mostra un leggero miglioramento rispetto allo scorso anno.

Il quadro generale dell’indagine mostra un divario ormai strutturale: il Centro-Nord continua a dimostrarsi più solido e capace di garantire condizioni di vita migliori, mentre il Mezzogiorno resta intrappolato in difficoltà economiche e sociali che ne frenano lo sviluppo.

In questo scenario, l’unica eccezione rilevante al Sud è L’Aquila, che riesce a inserirsi tra le province con una qualità della vita considerata “accettabile”. L’anno precedente in questa categoria rientravano anche Pescara e Teramo, che invece arretrano.

Chiude il quadro uno sguardo alle macroaree: il Nord-Ovest, pur mostrando una lieve flessione, mantiene 19 province tra i livelli “buono” e “accettabile” su 25 totali. Anche il Nord-Est e il Centro registrano miglioramenti, confermando rimodellamenti positivi nella parte alta della classifica.

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