
Le Gemelle Kessler, Alice ed Ellen, sono state una figura centrale e indelebile nel panorama della cultura popolare italiana, specialmente a partire dagli anni Sessanta. La loro eleganza, la loro bravura nel ballo e il loro innegabile carisma hanno lasciato un segno profondo, consolidato anche da canzoni che sono diventate veri e propri tormentoni. Tra questi brani, due spiccano per notorietà e diffusione: “La notte è piccola” e, soprattutto, l’energetico e contagioso “Da-da-um-pa”.
Questo brano, accompagnato da un celeberrimo balletto, divenne la sigla musicale di una delle trasmissioni televisive più influenti e amate della Rai di quel periodo: Studio Uno. L’arrivo delle gemelle in Italia e il successo di questa sigla segnarono l’inizio di una relazione duratura e significativa con il pubblico italiano, cementando il loro posto nell’immaginario collettivo. La loro recente scomparsa, avvenuta insieme in Germania tramite suicidio assistito, ha riportato in luce l’importanza della loro carriera e il loro status di vere e proprie icone, unite non solo nella vita ma anche in un desiderio espresso di esserlo nella morte.
La genesi del tormentone
Il successo di “Da-da-um-pa” non fu un caso, ma il risultato di una felice combinazione di talenti. Il brano vide la luce grazie alla penna del paroliere Dino Verde e alla maestria musicale del compositore Bruno Canfora, lo stesso che aveva firmato anche l’altra hit delle Kessler. Questa collaborazione diede vita a un pezzo che non era solo musica, ma un vero e proprio fenomeno culturale. Il brano divenne un tormentone immediato, grazie anche al contesto in cui fu lanciato: la televisione italiana degli anni Sessanta, un media in rapida espansione e con un potere di diffusione enorme. La sua adozione come sigla di Studio Uno lo proiettò nelle case di milioni di italiani, trasformandolo da semplice canzone in un simbolo di un’epoca. La melodia orecchiabile e il ritmo vivace si sposarono perfettamente con l’immagine moderna e cosmopolita delle due artiste.
Il balletto e l’esplosione di popolarità
A rendere indimenticabile “Da-da-um-pa” non fu soltanto la musica, ma l’iconico balletto che lo accompagnava. Le Gemelle Kessler erano note per le loro gambe chilometriche e la loro sincronia impeccabile, e la coreografia del brano sfruttava appieno queste doti. Il ballo, che prevedeva un particolare movimento in cui “lanciavano” le gambe, divenne immediatamente riconoscibile e imitatissimo. In questa celebre esibizione, le Kessler furono affiancate anche dai Gemelli Black Burns, aumentando ulteriormente l’impatto visivo e scenico della performance. La Rai giocò un ruolo cruciale in questa ascesa, con Studio Uno che fungeva da palcoscenico perfetto per esaltare la loro modernità e la loro eleganza teutonica, contribuendo in modo determinante a rendere le Gemelle Kessler ancora più popolari in Italia e a farle entrare a pieno titolo nell’immaginario collettivo nazionale.
Analisi del testo: un viaggio transatlantico
Il testo di “Da-da-um-pa” presenta una struttura giocosa e, a tratti, vicina al nonsense, focalizzandosi sull’effetto onomatopeico del titolo stesso. La versione principale del brano narra una sorta di viaggio esotico e allegro. Si apre con un “Hello boys” e prosegue con la descrizione di un percorso che attraversa l’America: “Traversando tutto l’Illinois / Valicando il Tennessee / Senza scalo fino a qui”. Questo viaggio culmina con l’arrivo in Italia del “Da-da-um-pa”. Il testo evoca immagini spensierate e lussuose, come il riferimento a un “cocktail di rugiada e gin / Dentro il calice di un fior” dove “La fortuna fa cin cin” se si canta il tormentone. L’elemento del sogno e della meraviglia è forte, con stelle che sembrano soli e luci che brillano come la luna sul mare, il tutto veicolato da questo misterioso ballo arrivato a bordo di uno “show-boat” o un “super jet”. L’accento posto sull’origine americana del ballo rafforzava l’immagine delle Kessler come ambasciatrici di una modernità internazionale e scanzonata.
La versione di studio uno: un omaggio all’italia
La versione di “Da-da-um-pa” utilizzata come sigla ufficiale di Studio Uno presentava delle differenze significative rispetto al testo standard, arricchendo il brano di riferimenti personali e un pizzico di internazionalismo linguistico. Questa variante si apriva con un marcato accento francese: “Oui, oui, mais oui, siamo ritornate in Italie”. Le gemelle esprimevano apertamente la loro gioia e gratitudine per il ritorno nel paese che le aveva accolte con tanto affetto: “e felici di esser qui vi diciamo beaucoup merci”. Anche in questa versione, l’origine del ballo veniva chiaramente identificata con l’America, chiamata con il francesismo “l’Amerique”. Il ballo era descritto come una “chose che la fa la vie en rose”, sottolineando la sua capacità di portare allegria e ottimismo. In sostanza, questa versione fungeva da dichiarazione d’amore all’Italia e al pubblico che le aveva rese famose, un ringraziamento cantato che consolidava il legame emotivo tra le Gemelle Kessler e il loro pubblico.
Al di là della narrazione del viaggio e dei riferimenti geografici, il significato profondo di “Da-da-um-pa” risiede nella sua natura di gioco onomatopeico e di veicolo di gioia. L’analisi suggerisce che il testo non mira a veicolare un messaggio complesso o una storia profonda, ma piuttosto a creare un contorno allegro e spensierato attorno al gioco di parole del titolo, che evoca il ritmo stesso del ballo. Il “Da-da-um-pa” in sé è l’elemento centrale: è il ballo, è la fortuna, è l’ottimismo portato dall’America. È l’idea di una novità divertente e contagiosa che rende la vita più bella e che unisce le persone nella gioia. Le Gemelle Kessler, con la loro energia e il loro sorriso, erano le perfette messaggere di questo sentimento, un inno alla leggerezza e al divertimento che ha contribuito a definire un’intera era della televisione e della musica italiana. La loro eredità, fatta di passi di danza precisi e canzoni indimenticabili come questa, rimane parte integrante della storia culturale italiana.


