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Elezioni, i risultati regione per regione: gli ultimi sondaggi. I vincitori

Pubblicato: 17/11/2025 18:58

Il panorama politico italiano è in fermento in attesa dell’appuntamento elettorale che coinvolgerà tre regioni chiave: Campania, Puglia e Veneto. Le urne apriranno il 23 e il 24 novembre, e il risultato di questa tornata è atteso con grande interesse dagli analisti e dai cittadini, poiché potrebbe fornire indicazioni importanti sul rapporto di forze tra le coalizioni di centrodestra e centrosinistra a livello nazionale.

La posta in gioco è alta: si tratta di stabilire chi controllerà tre importanti amministrazioni regionali per i prossimi anni. Sebbene i sondaggi forniscano già un quadro piuttosto delineato, la vera incertezza risiede nella possibilità di sorprese dell’ultimo minuto che potrebbero smentire le previsioni, un elemento non insolito nella dinamica elettorale italiana.

Le regionali in Campania: una sfida aperta

La regione Campania si configura come il teatro della sfida più equilibrata e combattuta tra le tre, nonostante il presidente uscente, Vincenzo De Luca, non sia ricandidato. La battaglia per la presidenza è polarizzata tra due figure di spicco: Roberto Fico, sostenuto dal campo largo di centrosinistra, e Edmondo Cirielli, candidato della coalizione di centrodestra. La Campania, tradizionalmente considerata un fortino del centrosinistra, vede in Fico il favorito in base alle più recenti rilevazioni demoscopiche. L’ultimo sondaggio dell’istituto Noto, diffuso il 5 novembre, assegna infatti a Roberto Fico un netto vantaggio, attestandolo al 52 per cento delle preferenze. Questo dato suggerisce una solida base di consenso per la sua candidatura e per la formula politica che lo sostiene.

Di contro, Edmondo Cirielli si posiziona in modo significativo ma a debita distanza, raccogliendo il 45 per cento dei consensi nell’indagine Noto. Nonostante un divario di sette punti percentuali, il risultato potenziale del centrodestra è tutt’altro che trascurabile e indica una competizione accesa fino all’ultimo voto. La differenza tra i due principali contendenti lascia aperte alcune ipotesi di ribaltamento o di riduzione del margine in caso di un’affluenza inattesa o di una mobilitazione maggiore di uno dei due schieramenti. Il restante 3 per cento delle intenzioni di voto è suddiviso tra gli altri aspiranti presidenti, tra cui figurano Nicola Campanile, Giuliano Granato, Carlo Arnese e il candidato della lista di Stefano Bandecchi. Tuttavia, le loro percentuali sono così esigue da non rappresentare una minaccia credibile per i due favoriti, confermando la natura bipolare di questa elezione regionale.

La Puglia e il trionfo annunciato di Decaro

In Puglia, lo scenario dipinto dai sondaggisti appare molto meno incerto, quasi a senso unico, dopo la lunga gestione del presidente uscente Michele Emiliano, in carica dal 2015. L’erede designato di Emiliano, e già suo pupillo, è Antonio Decaro. Già sindaco di Bari e attualmente europarlamentare, Decaro sembra essere destinato a diventare il nuovo presidente della Regione Puglia con una facilità notevole, secondo le proiezioni. La sua candidatura è sostenuta da una coalizione ampia che comprende il centrosinistra e il Movimento 5 stelle, un campo largo che in questa regione sembra produrre risultati estremamente efficaci in termini di consenso elettorale.

L’istituto Noto assegna ad Antonio Decaro una percentuale di voto decisamente elevata, pari al 65 per cento delle intenzioni di voto. Questo dato, se confermato dalle urne, rappresenterebbe una vittoria schiacciante e un chiaro segnale di continuità con l’amministrazione precedente, oltre a certificare la forza politica di Decaro nel suo territorio. Il candidato del centrodestra, Luigi Lobuono, si trova in una posizione di netta minoranza, attestandosi al 33 per cento. Un divario di ben trentadue punti percentuali lascia pochissimo spazio a possibili sorprese o a significative rimonte. La Puglia si avvia, dunque, a confermare la sua tradizione di centrosinistra con un risultato che, in base ai sondaggi, appare già scritto e che consolida l’alleanza tra le forze progressiste.

Il Veneto: il dominio leghista dopo Zaia

Il Veneto presenta una situazione analoga a quella pugliese per quanto riguarda la nettezza del vantaggio di un candidato sull’altro, ma con un ribaltamento degli schieramenti. In questa regione, storicamente una roccaforte della Lega, si assiste al passaggio di testimone dopo l’era di Luca Zaia, il quale non è più candidabile alla presidenza dopo aver esaurito i tre mandati consentiti. Il candidato incaricato di raccogliere l’eredità politica e amministrativa di Zaia è Alberto Stefani. Stefani può contare sul capitale di fiducia accumulato dal buon governo dell’amministrazione Zaia, un fattore che, secondo gli analisti, gioca un ruolo cruciale nel sostegno popolare.

Le proiezioni dell’istituto Noto per il Veneto vedono Alberto Stefani raccogliere il 61 per cento dei voti, una percentuale che sancisce il predominio incontrastato del centrodestra e della Lega nella regione. Questo risultato proietta Stefani verso una vittoria di larga misura e consolida la stabilità politica del Veneto. Il candidato del centrosinistra, Giovanni Manildo, è distaccato in modo significativo, fermandosi al 35 per cento delle intenzioni di voto. Anche in questo caso, il margine di errore e la possibilità di recupero per il centrosinistra appaiono estremamente ridotti, data la consistenza del vantaggio di Stefani. Il Veneto si prepara dunque a riconfermare la sua identità politica e la sua fedeltà al centrodestra, chiudendo una parentesi di transizione con un risultato che rispetta ampiamente le aspettative della vigilia.

Il quadro complessivo in attesa delle urne

L’analisi dei sondaggi Noto nelle tre regioni in vista delle elezioni del 23 e 24 novembre disegna un quadro dove le previsioni sembrano orientarsi verso una suddivisione netta delle vittorie regionali. Il centrosinistra appare in netto vantaggio in Puglia e con un margine significativo in Campania, mentre il centrodestra si avvia a un trionfo incontrastato in Veneto. Se questi risultati dovessero essere confermati dalle urne, il bilancio finale della tornata elettorale si concluderebbe con un pareggio di regioni, due a uno a favore del centrosinistra, includendo la Campania, o in uno specchio perfetto in caso di successo di Fico e Decaro.

Nonostante la chiarezza dei numeri pre-elettorali, l’attenzione resta alta. In Campania, la minore distanza tra i due principali candidati la rende l’unica regione con un risultato potenzialmente incerto. La vera domanda che rimane, al di là del conteggio finale delle regioni, è se l’affluenza e il voto di opinione dell’ultimo momento riserveranno qualche clamorosa sorpresa in controtendenza rispetto a quanto previsto dai sondaggi per Puglia e Veneto, regioni dove il divario appare quasi incolmabile. Sarà necessario attendere ancora qualche giorno per conoscere il verdetto definitivo delle urne.

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