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Garlasco, annullato il sequestro di pc e cellulari dell’ex procuratore di Pavia Venditti

Pubblicato: 17/11/2025 13:13

Il Tribunale del Riesame di Brescia ha annullato il sequestro dei dispositivi informatici dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, indagato per corruzione in atti giudiziari nell’ambito del caso Garlasco. Secondo gli inquirenti, l’ex magistrato avrebbe favorito nel 2017 l’archiviazione di Andrea Sempio, oggi nuovamente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi.

Si tratta del secondo provvedimento che va nella direzione richiesta dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Domenico Aiello, dopo quello emesso il 17 ottobre. Il sequestro, scattato lo scorso 26 settembre, riguardava 11 dispositivi elettronici tra pc, cellulari e hard disk.

Nel dispositivo, il Riesame «annulla il sequestro probatorio emesso dal pubblico ministero il 24 ottobre e ordina la restituzione ai ricorrenti di tutti i beni sequestrati». La decisione coinvolge anche gli ex carabinieri Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, anch’essi destinatari dei sequestri.

Per Venditti si tratta del terzo annullamento dopo quelli legati al cosiddetto “sistema Pavia”, dove è indagato per corruzione e peculato. Nonostante il nuovo verdetto, l’ex magistrato non riavrà comunque computer e telefoni, tuttora sottoposti a incidente probatorio per l’analisi tramite parole chiave del materiale contenuto.

Con questo secondo round giudiziario, Spoto e Sapone potranno invece rientrare in possesso dei dispositivi sequestrati a fine settembre, in un’indagine che li vede non indagati. Oltre a Venditti, risulta invece indagato Giuseppe Sempio, padre di Andrea, nella veste di presunto corruttore.

La Procura di Brescia, competente quando sono coinvolti magistrati del distretto pavese, sostiene che nel cellulare dell’ex pm siano presenti «elementi utili alla prova del reato». Tuttavia, finora non ha indicato specifiche parole chiave per la ricerca, preferendo un’indagine a 360 gradi sui «rapporti tra inquirenti e famiglia Sempio, eventuali intermediari e ipotetici versamenti di denaro».

Nella richiesta di accesso a 11 anni di dati – email, messaggi, foto e chat eliminate – la Procura punta a ricostruire possibili anomalie nei rapporti tra gli investigatori che si occuparono del fascicolo Sempio. Non è escluso che, una volta depositate le motivazioni, il procuratore capo Francesco Prete possa valutare il ricorso in Cassazione.

Intanto si infiamma anche il fronte polemico. Nei giorni scorsi l’avvocato Aiello aveva criticato l’assenza dei pm all’udienza del Riesame, parlando di un «atteggiamento farisaico». La replica non si è fatta attendere: il procuratore generale Guido Rispoli e lo stesso Prete hanno definito «sopra le righe» gli attacchi del legale, ricordando che il pubblico ministero ha il divieto disciplinare di commentare le indagini.

Secondo i vertici della Procura, rispetto e continenza devono sempre guidare il confronto processuale. Aiello, dal canto suo, ha ribadito che «falsità e approssimazioni non dovrebbero costituire il terreno di aggressioni senza precedenti» nei confronti di un ex magistrato con 44 anni di carriera.

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