
La morte improvvisa di Paige Greco, una delle figure più brillanti del movimento paralimpico australiano, ha colpito profondamente il mondo dello sport. L’atleta, appena ventottenne, è stata trovata senza vita nella sua abitazione di Adelaide dopo quello che AusCycling ha definito un «malore improvviso». La notizia, diffusa con sgomento dalla federazione, ha lasciato attoniti compagni di squadra, tecnici e tifosi, che hanno appreso con incredulità la scomparsa di un talento riconosciuto a livello internazionale. Le circostanze essenziali sono state confermate rapidamente, mentre l’ambiente sportivo si è stretto attorno alla famiglia, chiedendo rispetto e riservatezza.
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Il ricordo della famiglia e l’eredità umana
La famiglia di Paige Greco, devastata dalla tragedia, ha voluto condividere un messaggio colmo di affetto, ricordando la campionessa non soltanto per i suoi risultati, ma soprattutto per la sua umanità. La madre, Natalie, ha espresso un dolore profondo e l’orgoglio per una figlia capace di rappresentare l’Australia in modo esemplare. Le parole scelte evocano la natura sensibile, determinata e luminosa di Paige, qualità che — secondo i parenti — caratterizzavano ogni sua giornata e ogni suo gesto. Il ricordo familiare ha dato voce a un lutto che travolge non solo il nucleo più stretto, ma anche tutti coloro che negli anni hanno incrociato il percorso della giovane atleta.

La carriera e l’ascesa nel paraciclismo
Affetta da paralisi cerebrale, Paige aveva iniziato il suo cammino sportivo nell’atletica leggera, muovendo i primi passi in un ambiente competitivo che aveva contribuito a far emergere precoce grinta e tenacia. Nel 2018 era poi passata al paraciclismo, disciplina in cui aveva trovato la dimensione tecnica e mentale che le avrebbe permesso di imporsi ai massimi livelli internazionali. La transizione si era rivelata immediatamente fruttuosa, con successi in numerosi eventi e un crescendo di risultati che l’avevano consacrata come una delle atlete più promettenti e costanti del panorama mondiale.
Nel corso della carriera, Greco aveva conquistato titoli iridati e medaglie di Coppa del Mondo, costruendo un palmarès che rifletteva non soltanto talento e disciplina, ma anche una determinazione fuori dal comune. Il suo nome era diventato sinonimo di dedizione e di capacità di trasformare le difficoltà personali in forza agonistica.

Tokyo 2020 e la conquista della storia
La consacrazione definitiva era arrivata alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, dove Paige aveva scritto una pagina indelebile per lo sport australiano. Nel ciclismo su pista, inseguimento individuale C1–3, aveva ottenuto la prima medaglia d’oro dell’Australia ai Giochi e stabilito il nuovo record mondiale, un risultato celebrato in tutto il Paese come un simbolo di orgoglio nazionale. Nella stessa edizione aveva arricchito ulteriormente la sua partecipazione conquistando due medaglie di bronzo nelle gare su strada C1–3, sia in linea sia a cronometro, confermando la sua versatilità e la capacità di rendere al massimo in contesti diversi.
Il ritorno alle competizioni e l’ultimo podio
Dopo aver mancato la qualificazione per i Giochi di Parigi 2024 a causa di problemi di salute, la campionessa era tornata in gara quest’anno, dimostrando ancora una volta la propria volontà di non arrendersi. Ad agosto aveva colto un altro risultato di prestigio ai Mondiali di paraciclismo in Belgio, salendo sul podio con un bronzo nella prova su strada C3. Un risultato che aveva confermato come il suo talento fosse ancora intatto e come la determinazione che l’aveva sempre guidata fosse più forte delle difficoltà.


