
La morte di Jean-Max Rivière, tra i parolieri più influenti della canzone francese degli anni Sessanta e Settanta, ha suscitato profonda emozione nel mondo musicale d’oltralpe. L’autore si è spento a 88 anni a Royan, nella Charente-Maritime, lasciando un vuoto rilevante nella storia della musica popolare francese. L’annuncio è stato dato dalla famiglia, che ha comunicato la scomparsa con discrezione, ricordando una figura che per due decenni ha contribuito a definire l’identità artistica di alcuni dei più grandi interpreti del periodo. La notizia ha riportato l’attenzione su un percorso creativo ricco e variegato, capace di attraversare generi, epoche e collaborazioni prestigiose.
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Il sodalizio con Gérard Bourgeois e l’incontro con Brigitte Bardot
Accanto al compositore Gérard Bourgeois, Rivière formò un duo che divenne punto di riferimento per la produzione musicale dell’epoca. La loro intesa artistica si tradusse in un repertorio capace di incidere profondamente nell’immaginario collettivo. Nel 1962 il tandem firmò La Madrague, un brano destinato a diventare uno dei simboli di Brigitte Bardot, contribuendo a rafforzare l’aura iconica dell’attrice e cantante. Con lei Rivière collaborò anche in altri titoli diventati nel tempo parte dell’eredità musicale del cinema francese, come C’est rigolo, À la fin de l’été e Moi je joue. Ogni testo portava la sua impronta: un equilibrio delicato fra leggerezza, sensualità e poesia che valorizzava la voce e l’immagine della diva.

Le collaborazioni con i grandi della scena francese
Il talento di Jean-Max Rivière attirò negli anni numerosi interpreti di primo piano. Alcuni dei nomi più importanti della chanson scelsero i suoi testi per arricchire il proprio repertorio, riconoscendo nella sua scrittura una sensibilità capace di adattarsi a stili molto diversi tra loro. Tra questi, Juliette Gréco, che rese celebre la sua interpretazione di Un petit poisson, un petit oiseau nel 1966, Dalida, France Gall, Sylvie Vartan e Serge Reggiani, che nel 1968 trovò nel brano Il suffisait de presque rien uno dei momenti più intensi della propria carriera. La versatilità dell’autore emergeva in ogni progetto, riuscendo a raccontare sfumature emotive profonde e atmosfere sofisticate attraverso parole essenziali e immediatamente riconoscibili.
A queste collaborazioni si aggiunge il lavoro sugli adattamenti: nel 1964 Rivière trasformò il brano statunitense I Only Want to Be with You in À présent tu peux t’en aller, destinato a diventare un successo grazie alla voce di Richard Anthony. L’abilità nel reinterpretare testi stranieri senza tradirne lo spirito originale fu uno degli aspetti più apprezzati della sua produzione.

L’attività da cantante e l’omaggio degli artisti
Sebbene noto principalmente come paroliere, Rivière negli anni Sessanta si cimentò anche come cantante, incidendo diversi dischi e ampliando ulteriormente il proprio ruolo nel panorama creativo dell’epoca. Partecipò inoltre alla realizzazione dell’opera-rock La Révolution française di Claude-Michel Schönberg e Alain Boublil, un progetto che anticipò la futura affermazione dei due autori con Les Misérables. Questo impegno evidenziò la sua capacità di muoversi in contesti musicali complessi e innovativi, confermando una personalità poliedrica.
Tra i tanti omaggi arrivati dopo la notizia della sua morte, quello del cantante Alain Turban ha colpito per il tono profondamente personale. Turban, che deve a Rivière brani come Marionnette e Quatrième dimension, lo ha ricordato con un messaggio affettuoso sui social, definendolo «l’uomo a cui devo tutta la mia carriera». Un tributo che sintetizza l’impatto determinante avuto dal paroliere su più generazioni di artisti.


