
L’attuale panorama politico italiano, delineato dal sondaggio Swg per il Tg La7 del 17 novembre, evidenzia una netta e continua supremazia di Fratelli d’Italia, il partito guidato da Giorgia Meloni. Questo scenario non solo consolida la sua posizione di primo partito a livello nazionale, ma mostra anche un aumento del vantaggio sulle principali forze di opposizione. L’analisi delle intenzioni di voto offre uno spaccato interessante sulle dinamiche in atto, con il Partito Democratico che registra un lieve arretramento e il Movimento 5 Stelle che mantiene una posizione stabile ma distanziata. Le fluttuazioni, sebbene minime in termini percentuali, sono significative per comprendere gli equilibri di potere e la percezione del consenso nei confronti del governo e delle sue alternative.
Il consolidamento del primato
Fratelli d’Italia si attesta in una fase di crescita costante, un fenomeno che rafforza in maniera inequivocabile la leadership di Giorgia Meloni. Il partito ha registrato un incremento dello 0,1%, portando il suo consenso complessivo al 31,4%. Questa percentuale non è solo una cifra, ma il simbolo di una solida fiducia che l’elettorato continua a riporre nella formazione di maggioranza. Il superamento della soglia del trenta per cento, ormai stabilmente acquisita, pone Fratelli d’Italia in una posizione di indiscutibile egemonia nel panorama partitico italiano, distanziando significativamente gli avversari più prossimi e definendo una chiara centralità nell’attuale assetto politico. Il margine di vantaggio accumulato è tale da rendere complessa una potenziale ricomposizione delle opposizioni in grado di insidiarne il primato.
Le difficoltà del partito democratico
Per il Partito Democratico, sotto la guida della segretaria Elly Schlein, il sondaggio segnala un momento di lieve flessione. Il Pd ha subito una perdita dello 0,2%, scendendo al 22% delle intenzioni di voto. Questo calo, sebbene contenuto, è un segnale che le strategie e la linea politica adottate faticano a invertire la tendenza e a erodere il consenso del governo. Il 22% rappresenta comunque una base elettorale robusta, ma la continua erosione centesimale riduce la pressione competitiva sul partito di Meloni. La sfida per il Partito Democratico consiste ora nel trovare un modo efficace per mobilizzare i propri elettori e attrarre i consensi necessari per riavvicinarsi alla vetta, superando le difficoltà interne e definendo un’alternativa più incisiva e percepibile.
La stabilità del Movimento 5 Stelle
Il Movimento 5 Stelle, guidato da Giuseppe Conte, si conferma sul terzo gradino del podio, mantenendo una stabilità nelle intenzioni di voto. Il M5S è infatti fermo al 12,8%. Questa percentuale, pur non mostrando slanci o crescite significative, denota una fedeltà della sua base elettorale e una resistenza alle dinamiche centrifughe del sistema. Il 12,8% consolida il Movimento 5 Stelle come una forza politica rilevante, ma il notevole divario con le prime due forze politiche suggerisce che il ruolo di opposizione fatica a tradursi in un significativo incremento del consenso. La stabilità in un quadro politico dinamico può essere interpretata sia come una capacità di tenuta, sia come un limite nella capacità di espansione oltre il proprio nucleo duro di sostenitori.
Le dinamiche interne alla maggioranza
All’interno della coalizione di governo, si osservano movimenti che, sebbene non mettano in discussione l’assetto attuale, indicano una redistribuzione del peso tra i partiti alleati. Forza Italia, pur rimanendo una componente fondamentale, registra una lieve contrazione del consenso, perdendo lo 0,1% e attestandosi all’8%. Similmente, la Lega di Matteo Salvini continua a mostrare segni di debolezza, con una perdita dello 0,2%, scivolando al 7,8%. Questi dati evidenziano come la leadership indiscussa di Fratelli d’Italia continui a polarizzare l’elettorato di centrodestra, con una conseguente attrattiva verso il partito della premier che sembra avvenire, almeno in parte, a spese dei suoi alleati. Il successo di FdI sembra cannibalizzare il potenziale di crescita degli altri partiti della coalizione di governo.
I movimenti delle forze minori e di centro
Nel campo delle opposizioni e delle forze politiche minori, si nota un modesto ma significativo incremento per l’alleanza composta da Verdi e Sinistra, che cresce dallo 6,7% al 6,9%. Questo dato suggerisce una certa vitalità in un’area ideologica ben definita. Le formazioni che si collocano nell’area di centro o centrista si presentano più staccate e con un consenso ancora frammentato. Azione si posiziona al 3,2%, mentre Italia Viva ottiene il 2,5%. +Europa è quotata all’1,5%, seguita da Noi Moderati all’1,3%. La bassa aggregazione di queste forze rende complessa la formazione di un polo centrista capace di avere un peso determinante. L’insieme delle altre liste non specificate, nel complesso, raccoglie il 2,6% delle intenzioni di voto, completando il quadro di una marcata polarizzazione del sistema politico italiano, dominato dal forte consenso per il partito di Giorgia Meloni.


