
Lo scontro politico attorno alle immagini dei leader del centrodestra che saltano e cantano al grido di “Chi non salta comunista è” ha dominato l’ultima puntata di Otto e Mezzo. Il momento, avvenuto al Palapartenope di Fuorigrotta, è stato oggetto di un vivace dibattito, alimentato dalle reazioni critiche provenienti dagli ambienti progressisti. La scena ha visto protagonisti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il vicepremier Matteo Salvini e il leader dei Moderati Maurizio Lupi, tutti riuniti per sostenere la candidatura di Edmondo Cirielli alle elezioni regionali in Campania.
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All’interno dello studio televisivo, la giornalista Lilli Gruber ha definito il gesto «non da Presidente del Consiglio o politico serio», criticando il comportamento dei leader che, sul palco, hanno accompagnato il coro lanciato dai militanti. A rincarare la dose è stato Andrea Scanzi, collegato durante la trasmissione, che ha parlato di «una cafonata gigantesca» aggiungendo con ironia: «Ho temuto per le ernie di Tajani». Commenti che hanno riacceso il confronto politico e mediatico, trasformando una scena di entusiasmo elettorale in un caso nazionale.

Il contesto dell’episodio al Palapartenope
La vicenda trae origine dall’evento organizzato a sostegno della candidatura di Edmondo Cirielli, durante il quale l’atmosfera si è fatta sempre più festosa con l’ingresso sul palco dei maggiori esponenti del centrodestra. Le note dell’inno di Mameli hanno accompagnato l’uscita dei leader, mentre dal pubblico è iniziato a risuonare il coro che da anni caratterizza i raduni della coalizione: “Chi non salta comunista è”.
Di fronte all’entusiasmo della platea, i leader di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Moderati hanno dapprima osservato quanto accadeva, poi – contagiati dal clima della serata – hanno iniziato a saltare e cantare insieme ai sostenitori. Un momento informale, lontano dalla rigida solennità delle occasioni istituzionali, vissuto come un’espressione di spontaneità da parte del pubblico presente ma giudicato con severità da una parte della stampa e degli analisti politici.
Reazioni e interpretazioni dello show politico
Il gesto dei leader ha scatenato la reazione di una parte della sinistra, che ha visto nella scena un atto poco consono agli incarichi rivestiti. Il tema si è spostato rapidamente sul terreno della responsabilità istituzionale e sull’immagine che una premier e i suoi ministri dovrebbero mantenere anche durante i momenti elettorali. In trasmissione, Gruber e Scanzi hanno offerto una lettura critica, interpretando il comportamento come esempio di mancanza di sobrietà.
Dall’altra parte, i sostenitori del centrodestra hanno difeso il carattere spontaneo e goliardico del gesto, sottolineando come si trattasse di un momento di partecipazione con la base, condiviso in modo istintivo senza finalità provocatorie. In questo senso, il dibattito che ne è seguito ha assunto i contorni tipici delle contrapposizioni politiche italiane, nelle quali ogni elemento – anche il più leggero – diventa terreno di scontro valoriale.
Il significato politico dello scambio
L’episodio ha riaperto una discussione più ampia sul rapporto tra immagine istituzionale e comunicazione politica. L’esuberanza dei leader sul palco di Fuorigrotta, interpretata da alcuni come eccesso e da altri come naturale gesto di complicità con i propri elettori, è diventata il pretesto per un confronto che riflette profonde divergenze sul modo di intendere il ruolo pubblico.
Il video circolato nelle ultime ore testimonia un momento destinato a far discutere ancora, soprattutto perché inserito in un contesto politico sempre più polarizzato, dove anche un semplice salto può trasformarsi in simbolo di divisione o di identità condivisa. In ogni caso, la scena del centrodestra che salta sul palco durante la campagna elettorale campana continuerà a essere oggetto di analisi e commenti, specchio dell’Italia politica di oggi.


