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“Non possono votare”. Regionali, scoppia il caos a pochi giorni dalle elezioni

Pubblicato: 18/11/2025 16:25

Le elezioni regionali in Campania, previste per domenica 23 e lunedì 24 novembre, sono state anticipate da una controversia significativa a Napoli riguardante il rilascio dei duplicati delle tessere elettorali. Questa situazione ha scatenato proteste e persino una denuncia ai carabinieri, poiché una circolare del Comune di Napoli, emessa il 3 novembre, ha ristretto la possibilità di delega per il ritiro della tessera esclusivamente ai “familiari conviventi”.

Il caso più eclatante che ha sollevato l’indignazione e mosso l’azione legale riguarda una cittadina disabile di circa 70 anni, affetta da gravi problemi respiratori e vivente da sola nella II Municipalità. A questa signora è stato negato il ritiro del duplicato alla persona da lei delegata, un atto che, secondo i denuncianti, le nega di fatto il diritto costituzionale di voto. La vicenda ha messo in luce una rigidità burocratica che rischia di avere un impatto diretto sull’esercizio dei diritti civili dei cittadini più fragili e isolati.

La denuncia per negazione del diritto di voto

La denuncia è stata presentata ai carabinieri dal consigliere municipale Enrico Platone, il quale era stato delegato dalla settantenne sola e disabile. Recatosi presso gli uffici anagrafici della II Municipalità, a piazza Dante, Platone si è visto negare il rilascio della tessera nonostante fosse munito di regolare delega e fotocopia del documento d’identità della signora. L’impiegato, dopo aver verificato che Platone non fosse un familiare convivente, ha rifiutato la consegna, indirizzando il consigliere alla direzione. La direttrice della II Municipalità ha poi confermato che tale limitazione era stata imposta dall’Ufficio Elettorato Centrale del Comune di Napoli.

Platone ha sottolineato l’assurdità della situazione: una persona disabile che vive da sola non può delegare nessuno e, di conseguenza, non può votare, vedendosi negato un fondamentale diritto costituzionale. Il paradosso è reso ancora più evidente dal fatto che, per il ritiro di un altro documento cruciale come la carta d’identità, è invece consentito delegare chiunque. Questo caso specifico è diventato il simbolo delle difficoltà che i cittadini soli e disabili incontrano nell’adempiere ai propri doveri civici a causa di interpretazioni burocratiche restrittive.

La circolare comunale e la stretta sui delegati

Il motivo scatenante di questa ondata di proteste risiede in una circolare del 3 novembre scorso emanata dall’Ufficio Anagrafe del Comune di Napoli e indirizzata a tutte le Municipalità, ovvero le sedi periferiche dove si rilasciano i duplicati delle tessere in caso di esaurimento degli spazi o smarrimento. Storicamente, gli uffici anagrafici partenopei avevano concesso il rilascio delle tessere anche a delegati non familiari conviventi, purché muniti di una delega appropriata. La circolare di novembre, invece, ha introdotto una significativa restrizione, precisando al punto 2 che, per richiedere il duplicato della Tessera elettorale, è “possibile delegare un familiare convivente”. Questa stretta ha immediatamente generato situazioni caotiche e analoghe segnalazioni di dinieghi sono arrivate anche da altri quartieri della città, evidenziando una difficoltà diffusa nell’applicazione della norma.

Le precisazioni successive e gli orientamenti pregressi

Di fronte alle crescenti proteste e alla denuncia formale, l’Ufficio Anagrafe ha sentito la necessità di intervenire nuovamente, pubblicando in data 18 novembre un’ulteriore circolare di precisazione intitolata sull’”identificazione degli elettori ai seggi e tessera elettorale”. In questo nuovo documento, l’amministrazione ha cercato di chiarire la propria posizione, sostenendo che quello della limitazione ai conviventi “è stato sempre l’orientamento degli uffici in materia” e che “null’altro è stato modificato o è intervenuto” nel quadro normativo. Per rafforzare questa tesi, il Comune ha richiamato una nota del 21 maggio 2016 del Vicesegretario Generale pro tempore, risalente alle elezioni amministrative di quell’anno.

Tale nota aveva già stabilito che il rilascio della nuova tessera elettorale e del suo duplicato potesse avvenire anche in favore del “familiare convivente del diretto interessato” o a “persone conviventi che risultino tali dagli accertamenti” effettuati in tempo reale. A sostegno della propria interpretazione restrittiva, la circolare ha inoltre citato orientamenti simili adottati da altri importanti Comuni italiani, come Roma, Milano, Bari e Palermo, che rilascerebbero i duplicati solo all’interessato o a un familiare convivente munito di delega. Tuttavia, viene anche ricordato che, in modo informale, la Prefettura di Napoli nel 2024 aveva precedentemente ammesso l’istituto della delega, sebbene avesse già ritenuto di restringerlo, prevedendo che il ritiro potesse essere delegato anche a familiari non conviventi.

L’epilogo e la responsabilità delle direzioni

La circolare del 18 novembre si conclude lasciando una notevole discrezionalità interpretativa alle strutture periferiche. L’anagrafe, infatti, stabilisce che “resta nella responsabilità e nelle valutazioni delle Direzioni” la decisione finale, basandosi sugli orientamenti citati e “valutando, di volta in volta, i casi limite che possano presentarsi”. Questa conclusione, se da un lato sembra riaprire uno spiraglio di flessibilità per i “casi limite” come quello della signora disabile sola, dall’altro non risolve in modo definitivo la questione, lasciando l’applicazione di un diritto fondamentale alla discrezione delle singole Direzioni municipali. Il dibattito e la preoccupazione rimangono alti, con il rischio concreto che una interpretazione troppo rigida della normativa possa limitare l’accesso al voto di segmenti vulnerabili della popolazione.

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