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Affaire Fdi-Quirinale, ecco il testo integrale della mail che ha svelato il “Piano Anti-Giorgia”

Pubblicato: 19/11/2025 14:00

Una vicenda che sembrava già carica di tensioni istituzionali sta assumendo contorni sempre più intricati, mentre attorno all’ormai celebre email sul presunto complotto ai danni della premier si stratificano nuovi elementi, nuove versioni e inevitabili interrogativi politici. Al centro del caso c’è il messaggio anonimo inviato a diverse redazioni — poi riproposto in forma quasi identica da un quotidiano nazionale — che racconta una conversazione attribuita a Francesco Saverio Garofani, consigliere del Presidente Sergio Mattarella, dipinto come protagonista di confidenze non proprio benevole nei confronti di Giorgia Meloni.

L’email, l’articolo fantasma e il mistero dell’autore

La mail, spedita domenica alle 13:24 da un indirizzo che riporta il nome “[email protected]”, conteneva un testo firmato “Mario Rossi”, un’identità evidentemente inventata. Il contenuto è risultato praticamente identico a quello comparso sulle pagine di un altro quotidiano due giorni più tardi, pubblicato sotto la firma — anch’essa inesistente — di “Ignazio Mangrano”. A segnalare per prima l’anomalia è stata la stampa di centrodestra, osservando come la presunta “esclusiva” non fosse altro che una mail circolata in più redazioni, priva di documenti, prove o riscontri oggettivi. A rendere tutto più complesso è però arrivata l’ammissione del Corriere della Sera, che ha rintracciato Garofani e ottenuto un’intervista, confermando così almeno l’esistenza della conversazione informale di cui parla l’anonimo mittente.

Il testo integrale e le frasi che hanno fatto esplodere il caso

Nella versione diffusa via email — identica, parola per parola, a quella poi finita in stampa — vengono riportate frasi attribuite al consigliere del Quirinale. «Giorgia Meloni sarebbe destinata al Quirinale», avrebbe detto Garofani, definendola un’ipotesi che «lo preoccupa parecchio» e aggiungendo: «In quell’area non c’è nessuno adeguato». Seguono altri passaggi che hanno sollevato polemiche politiche e istituzionali: «Speriamo che cambi qualcosa prima delle prossime elezioni, io credo nella provvidenza. Basterebbe una grande lista civica nazionale». Il testo contiene poi riflessioni su un possibile “nuovo Ulivo”, indicazioni su Ernesto Ruffini e persino un passaggio su Romano Prodicome figura ancora centrale: «Serve un intervento ancora più incisivo di Romano Prodi».

Le implicazioni politiche e l’ombra sul Colle

Nel presunto colloquio informale, Garofani arriva a spingersi su terreni delicatissimi, fino a prospettare scenari alternativi alla leadership italiana: «Se non fosse morto, oggi il premier sarebbe David Sassoli». Un’affermazione che lascia intendere — sempre secondo il testo — la fragilità dell’attuale opposizione e il timore, attribuito al Quirinale, che l’attuale quadro politico possa proiettare la premier verso il Colle. La questione esplosa negli ultimi giorni ruota tutta attorno a un punto: se sia credibile che un consigliere del Presidente pronunci frasi così politicamente pesanti in un locale pubblico, e quale sia la finalità della mail inviata sotto falso nome. «Il Colle non appare indifferente al risiko che porterà al nuovo Capo dello Stato», si legge nel testo anonimo, che conclude attribuendo al Quirinale un ruolo attivo nell’osservare e forse nel “orientare” le prossime dinamiche politiche.
Una vicenda che, al momento, si muove sul confine sottile tra retroscena, possibili manipolazioni mediatiche e reali frizioni istituzionali: una storia che, inevitabilmente, continuerà a far discutere.

Il colloquio tra i due vertici dello Stato è servito proprio a disinnescare una frattura istituzionale potenzialmente devastante, in un momento già complesso per la maggioranza. Da quanto trapela, la premier non avrebbe chiesto esplicitamente le dimissioni del consigliere Garofani, pur ritenendo un suo passo indietro un gesto utile a ricomporre il clima.

Intanto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, è intervenuto con parole durissime, sostenendo che Meloni starebbe «aprendo un conflitto quotidiano» con il Colle e che «non si accontenta del ruolo che ha», lasciando intendere ambizioni verso la più alta carica istituzionale.

Dopo l’incontro, Meloni ha lasciato il Quirinale ed è tornata a Palazzo Chigi, dove nel pomeriggio è previsto l’incontro con il primo ministro croato Andrej Plenković, mentre nella maggioranza si continua a lavorare per ricucire lo strappo e chiudere una vicenda che ha messo a dura prova la stabilità dei rapporti tra i vertici della Repubblica.

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Ultimo Aggiornamento: 19/11/2025 19:06

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