Vai al contenuto

“È stato papà”. Mamma e figlio avvelenati con una pizza: il movente agghiacciante

Pubblicato: 19/11/2025 11:52

Quando si parla di rapporti familiari che si trasformano in terreno di tensioni irrisolte, emergono talvolta storie che superano ogni immaginazione. Nel silenzio domestico, certi legami logorati possono dare origine a derive oscure, dove la volontà di sfuggire a una situazione considerata insostenibile porta a scelte estreme. Vicende simili colpiscono non solo per la loro drammaticità, ma anche per la freddezza con cui vengono pianificate.

In contesti come questo, la giustizia si trova a ricostruire dinamiche che si sono sviluppate nell’intimità familiare e che solo grazie a eventi fortuiti vengono alla luce. Le testimonianze, gli accertamenti medici e i riscontri tecnologici diventano fondamentali per svelare quanto accaduto, restituendo un quadro inquietante fatto di premeditazione, calcoli e tentativi di fuga.

Dirk G.

Il tentato duplice omicidio e la condanna di Dirk G.

In Germania, davanti ai giudici di BambergDirk G., 56 anni, è stato condannato a undici anni e quattro mesi di carcere per aver tentato di uccidere la moglie e il figlio utilizzando una pizza ai peperoni e funghi contaminata con aconito, uno dei veleni naturali più letali. L’uomo, secondo la ricostruzione della procura, avrebbe somministrato alla moglie piccole dosi di diverse tossine già da tempo, causandole collassi inspiegabili che avevano portato perfino all’installazione di un pacemaker.

Il piano, spiegano gli inquirenti, non era motivato da ragioni economiche. L’obiettivo di Dirk era evitare il divorzio, da lui vissuto come un’onta insopportabile, per poi iniziare una nuova vita con una donna thailandese di 40 anni. La premeditazione traspare chiaramente dalle sue ricerche online, che includevano anche domande sul costo fiscale di un funerale. Il culmine del progetto sarebbe stata l’“ultima cena”: una pizza surgelata trasformata in arma letale.

La moglie e il figlio, ricoverati in condizioni gravissime nel dicembre 2024, si sono salvati grazie alla tempestività dei soccorsi. Dopo il tentativo di avvelenamento, Dirk era fuggito in Francia insieme alla nuova compagna, ma è stato fermato nel giro di pochi giorni. In aula, la testimonianza della donna ha lasciato il tribunale sorpreso: pur definendo il marito un pericolo, ha rifiutato di chiedere l’ergastolo, affermando di volerlo vedere punito ma non «annientato».

Il precedente internazionale: il caso Erin Patterson

Il processo di Bamberg arriva a breve distanza da un altro avvelenamento che ha scosso l’opinione pubblica mondiale. In AustraliaErin Patterson, 50 anni, è stata condannata all’ergastolo, con un minimo di 33 anni prima della libertà condizionata. Nel 2023 aveva servito ai parenti un beef Wellington contenente funghi letali, uccidendo Don e Gail Patterson e Heather Wilkinson. Solo Ian Wilkinson, pastore, è sopravvissuto dopo settimane di coma. Secondo la Corte Suprema, il delitto rientrava nella «categoria più grave» dei reati di omicidio per via della pianificazione e del tentativo di occultare ogni responsabilità.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure