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“Toccato il fondo”. Bufera nera su Bruno Vespa, in studio c’è Sempio e finisce malissimo

Pubblicato: 20/11/2025 10:27
Vespa Sempio

La serata televisiva di mercoledì 19 novembre ha scatenato un vero terremoto mediatico. Protagonista assoluto: Andrea Sempio, il 37enne indagato nell’inchiesta sul delitto di Garlasco. L’uomo è apparso due volte in TV, ospite di Bruno Vespa prima nel programma Cinque Minuti su Rai Uno e poi a Porta a Porta, dove ha affrontato un dialogo più lungo e intenso. In poche ore, l’hashtag #Garlasco è volato in cima ai trend italiani, mentre i social si infiammavano di commenti e polemiche.

Il primo intervento, avvenuto nel preserale di Vespa, ha mostrato un Sempio provato e carico di tensione. Si è definito “un perseguitato” e ha raccontato la sua vita sospesa: “Al momento non ho una vita, sono tornato a vivere nella cameretta in cui stavo una volta e a quasi 40 anni sono chiuso lì, non posso fare niente, è come essere ai domiciliari”. Parole forti che hanno colpito il pubblico e acceso il dibattito online.

Il racconto di Sempio e le parole che dividono

L’uomo ha voluto chiarire anche i dettagli sui famosi biglietti trovati nella casa di famiglia, spiegandoli semplicemente come “un appunto su quanto costava ritirare le carte dell’archiviazione”. E sulla posizione di Alberto Stasi non ha avuto dubbi: “Ormai è stato acclarato, in anni di processi e dalle sentenze a cui mi rifaccio, che il colpevole è Alberto Stasi e non ho motivo di pensare il contrario”.

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Andrea Sempio ospite da Bruno Vespa

Garlasco, bufera dopo l’intervista di Vespa

Se a Cinque Minuti Sempio ha mostrato la sua parte più fragile, a Porta a Porta è emersa la dimensione più intima e dolorosa. “Io non posso nemmeno girare per strada – ha detto Sempio – anche quando parlo con i miei genitori devo vivere in uno stato di paranoia pensando che qualcuno mi stia ascoltando”.

Il momento più toccante è arrivato quando ha confessato il suo desiderio di scomparire dal clamore mediatico: “Cosa sogno? Forse l’oblio. È un peso avere gli occhi di tutti addosso, non ho nulla per cui io mi devo nascondere. Vorrei tornare alla mia vita, ma so che non sarà facile”.

Bruno Vespa durante l’intervista a Porta a Porta

La polemica esplode sui social

L’apparizione di Sempio ha subito riacceso una vecchia polemica: è giusto dare spazio televisivo a chi è indagato per omicidio? Sui social, molti utenti hanno accusato la Rai di spettacolarizzare la cronaca nera. “Ma a che livelli stiamo arrivando, la TV pubblica che invita nelle proprie trasmissioni persone sospettate di omicidio. Avete toccato il fondo anche voi”, ha scritto un telespettatore indignato. Altri hanno chiesto rispetto per la famiglia della vittima: “La famiglia Poggi dovrebbe chiedere l’oscuramento dei media che, ogni giorno, speculano sulla loro tragedia!”.

Molti commenti hanno poi allargato il tiro, criticando l’intero circo mediatico che da anni ruota attorno a Garlasco. “Cioè, un sospettato di omicidio gira per trasmissioni? Solo in Italia si vede questo!”, scrive un utente. E un altro rincara: “Sempre peggio la tv”.

Andrea Sempio e Bruno Vespa nello studio di Porta a Porta

Tra diritto di cronaca e spettacolo

Le due interviste di Sempio hanno avuto un effetto immediato: da un lato hanno dato voce alla sua esperienza personale, dall’altro hanno riaperto il dibattito sul sottile confine tra informazione e spettacolarizzazione della giustizia. Un confine che, secondo molti, continua a sfumare ogni volta che il caso di Garlasco torna sugli schermi televisivi.

Un episodio che lascia ancora una volta il pubblico diviso: tra chi difende il diritto di parola e chi, invece, chiede silenzio e rispetto per la memoria di Chiara Poggi.

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