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“Che fine fanno”. Italia, bimbi cresciuti nel bosco: la decisione definitiva. È polemica

Pubblicato: 20/11/2025 22:11

Una decisione delicata e complessa, presa per tutelare tre bambini che vivevano in condizioni ritenute non adeguate. Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha disposto oggi il trasferimento immediato di una bambina di otto anni e due gemelli di sei in una struttura protetta, dove resteranno per un periodo di osservazione. La madre potrà rimanere con loro, mentre il padre continuerà a essere seguito dagli assistenti sociali. Il provvedimento è stato eseguito alla presenza del legale della famiglia, Giovanni Angelucci, degli operatori sociali e delle forze dell’ordine, che si sono recati nel casolare immerso nei boschi di Palmoli (Ch).

Una storia che ha diviso e commosso i social

La vicenda aveva rapidamente catturato l’attenzione dell’opinione pubblica: una petizione su Change.org, che chiedeva di non separare i bambini dai genitori, aveva superato le 30 mila firme. La famiglia – lei australiana, lui inglese – vive in un casolare antico e isolato, dove l’acqua proviene da un pozzo, la cucina funziona con una stufa a legna e il bagno si trova all’esterno dell’abitazione.
Un modello di vita rurale e autarchico rivendicato dai genitori, ma considerato rischioso dai servizi sociali, che lo hanno definito «inadeguato», soprattutto in presenza di minori così piccoli.

L’origine dell’indagine e le preoccupazioni dei servizi sociali

Il caso era arrivato in procura nel 2024, a seguito di un ricovero ospedaliero dell’intera famiglia per una intossicazione da funghi. L’episodio aveva spinto i carabinieri ad effettuare controlli nell’abitazione, dove sarebbero emerse carenze igienico-sanitarie, assenza di servizi essenziali e condizioni strutturali precarie.
Un altro elemento ritenuto critico è stato l’isolamento dei bambini dal percorso scolastico: secondo le autorità non risultava alcuna iscrizione né un programma formativo alternativo formalizzato, nonostante l’obbligo di istruzione.

Il provvedimento del Tribunale

Alla luce di quanto rilevato, il Tribunale per i minorenni ha stabilito che i tre piccoli vengano collocati per un periodo in una comunità educativa, in modo da valutare il loro stato psicofisico, il livello di socializzazione e le competenze scolastiche.
La madre li accompagnerà nella struttura, mentre la posizione del padre sarà valutata separatamente. L’obiettivo dichiarato è quello di proteggere i minori e comprendere se esistono le condizioni per un eventuale ritorno a casa, previa messa in sicurezza e adeguamento dell’ambiente domestico.

La vicenda resta aperta e continuerà a essere seguita dagli operatori sociali e dal Tribunale, con l’intento – si legge nelle motivazioni – di garantire «il superiore interesse dei bambini», in un equilibrio difficile tra tutela, libertà educativa e scelte di vita alternative.

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