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“Chi votano davvero a sinistra”. Il sondaggio bomba a poche ore dalle Regionali

Pubblicato: 20/11/2025 14:07

Mancano ormai 72 ore al voto regionale in Campania e Gianfranco Rotondi, leader della Democrazia Cristiana, traccia un bilancio delle ultime ore di campagna elettorale. Rotondi si mostra sicuro dell’esito delle urne e delle scelte dell’elettorato.

Secondo il leader Dc, infatti, la sinistra campana sarebbe orientata a sostenere Cirielli. A suo giudizio, gli ambienti storicamente progressisti della regione non si riconoscerebbero nell’antipolitica dei pentastellati.

Rotondi cita figure simboliche come Amendola, Napolitano, Chiaromonte e Bassolino, chiedendosi quale legame possano avere con la visione politica dei grillini. Una distanza che, secondo lui, spingerebbe la sinistra a preferire Cirielli rispetto a Fico.

“Penso che tutta la sinistra campana rispetti più la storia di militanza di Cirielli che la lotteria vinta da Fico”, afferma Rotondi nell’intervista rilasciata a Il Tempo, ribadendo la sua convinzione sulla scelta degli elettori.

Quanto ai punti di forza di Cirielli, Rotondi sottolinea come negli ultimi giorni l’attenzione degli elettori si sia spostata dalle coalizioni alle figure dei candidati. Un terreno che, a suo avviso, favorirebbe il candidato del centrodestra.

Cirielli, pur sostenuto da liste meno competitive, godrebbe infatti di una percezione di maggiore “affidabilità”, un elemento che potrebbe rivelarsi decisivo nella fase finale della campagna.

Diverso il giudizio su Roberto Fico, al quale Rotondi attribuisce come punto debole una visione “vetero-grillina”, caratterizzata da posizioni massimaliste in materia ambientale e da un’impostazione ritenuta poco amica dell’impresa e della competenza.

La Campania e in particolare Napoli, sostiene Rotondi, sarebbero ormai lontane dallo stereotipo attribuito ai 5 Stelle, abbracciando valori più liberali e moderni che mal si concilierebbero con la linea dell’ex presidente della Camera.

Sul possibile riverbero nazionale del voto campano nel confronto tra Meloni e Schlein, Rotondi mantiene una posizione prudente: secondo lui, il vero terreno decisivo resta la legge elettorale, non la conta delle regioni governate.

Rotondi ricorda che l’attuale legge fu pensata per favorire un sostanziale equilibrio, e che solo circostanze eccezionali permisero a Meloni di ottenere una maggioranza tre anni fa. A suo avviso, nessuno può davvero vincere con questo sistema, che rischia di trascinare il Paese in una “palude”.

Per questo, invita le due leader a trovare un accordo politico chiaro sul modello già visto nel recente confronto sul tema della violenza di genere, per costruire un nuovo bipolarismo trasparente e stabile.

Infine, sulla querelle Bignami-Garofoli, Rotondi prende posizione a favore di Bignami. Pur ritenendo il Quirinale “parte lesa”, osserva che un consigliere del Capo dello Stato non può mai considerarsi realmente privato nelle proprie dichiarazioni, nemmeno quando esse avvengono in un contesto personale.

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